È stato arrestato un dirigente di una società cinese che stava costruendo il grattacielo crollato a Bangkok per il terremoto di fine marzo

Il grattacielo crollato a Bangkok, in Thailandia, il 28 marzo 2025 (AP Photo/Wason Wanichakorn)
Il grattacielo crollato a Bangkok, in Thailandia, il 28 marzo 2025 (AP Photo/Wason Wanichakorn)

Sabato in Thailandia la polizia ha arrestato un uomo legato a una società cinese che si stava occupando della costruzione del grattacielo di trenta piani nella capitale Bangkok, crollato il 28 marzo a causa del forte terremoto con epicentro in Myanmar. Nel crollo sono morte la maggior parte delle persone, 47 totali, accertate finora in Thailandia. L’uomo sarebbe un cittadino cinese identificato con il suo cognome, Zhang: è accusato insieme ad altre tre persone thailandesi di aver violato una legge che vieta agli stranieri di possedere più del 49 per cento di un’azienda, anche straniera, che operi in Thailandia. L’impresa coinvolta è la China Railway 10th, di proprietà statale della Cina e parte del consorzio di imprese incaricato di costruire il grattacielo.

Un tribunale thailandese aveva emesso mandati d’arresto per tutti e quattro: farebbero parte del consiglio di amministrazione della China Railway 10th, e secondo quanto ha riferito il ministro della Giustizia Tawee Sodsong i tre thailandesi avrebbero fatto da prestanome per altre persone proprio per aggirare il vincolo del 49 per cento. Al momento la polizia non è riuscita a rintracciarli.