L’appoggio di Elon Musk ha danneggiato il giudice Repubblicano Brad Schimel?
Un'elezione locale per la Corte Suprema del Wisconsin sta alimentando un dibattito nazionale sulla impopolarità di Musk

Martedì nel Wisconsin si è votato per eleggere un giudice della Corte Suprema statale (negli Stati Uniti ciascuno stato ha una Corte Suprema, che a volte può essere elettiva). Di questa elezione si parlava da giorni anche sui giornali nazionali e internazionali perché uno dei principali candidati, il Repubblicano Brad Schimel, era stato sostenuto e finanziato con parecchi soldi da Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo nonché collaboratore del nuovo presidente Donald Trump. Il sostegno di Musk aveva spinto diversi finanziatori progressisti a intervenire per sostenere la sua avversaria, Susan Crawford, Democratica: ne era venuta fuori la campagna elettorale per l’elezione di un giudice statale più costosa di sempre.
Nonostante il sostegno di Musk, il Repubblicano Schimel ha perso contro Crawford, che ha ottenuto il 54,4 per cento dei voti. Per i Repubblicani è stato un brutto colpo: negli ultimi anni il Wisconsin è diventato uno stato in bilico in cui il consenso dei due partiti più o meno si equivale, e in cui per esempio il governatore è Democratico e il Congresso statale controllato dai Repubblicani. L’elezione di Crawford permetterà ai Democratici di mantenere il controllo della Corte Suprema locale.
Alcuni commentatori hanno inoltre intravisto nell’elezione in Wisconsin, dovuta alla decisione di una giudice di andare in pensione, un problema più ampio per i Repubblicani: cioè l’impegno di Musk a favore del partito, che potrebbe essere stato controproducente.
Musk si era speso moltissimo per Schimel: aveva finanziato la sua campagna elettorale con almeno 20 milioni di dollari, e negli ultimi giorni aveva riavviato una delle sue controverse lotterie per gli elettori disposti a votare per i candidati e le candidate sostenute da lui. Durante uno di questi eventi, in cui ha donato un milione di dollari a due elettori a caso, si era presentato con un vistoso cappello a forma di formaggio (il cibo per cui il Wisconsin è famoso in tutto il paese).
Non si sa perché Musk sia intervenuto così intensamente nella campagna elettorale fra Schimel e Crawford. Diversi giornali statunitensi hanno fatto notare che due mesi fa Tesla, una delle aziende guidate da Musk, aveva chiesto al governo del Wisconsin un’esenzione dalla legge statale che impedisce ai produttori di automobili di vendere direttamente agli acquirenti senza passare per un intermediario (le auto Tesla vengono vendute direttamente dall’azienda senza passare dai concessionari). Avere una Corte Suprema a maggioranza Repubblicana avrebbe probabilmente assicurato a Musk un certo sostegno, nel caso in cui l’esenzione fosse finita davanti a un tribunale.
In campagna elettorale i Democratici avevano deciso di parlare moltissimo del sostegno di Musk a Schimel: in uno spot elettorale televisivo avevano definito Musk «fuori controllo» e «assetato di potere», e insomma l’avevano accusato di voler comprare il sostegno della Corte Suprema del Wisconsin. Il segretario del Partito Democratico del Wisconsin, Ben Wikler, aveva definito l’elezione del giudice della Corte Suprema «un test: tutto il mondo ci sta guardando». Per tutte queste ragioni il voto era considerato «una specie di referendum su Musk».
La strategia sembra aver funzionato: il tasso di popolarità di Musk fra i Democratici e soprattutto fra gli elettori indipendenti alla fine è risultato piuttosto basso.
Susan Crawford, la candidata dei Democratici, ha commentato la vittoria sostenendo che abbia implicazioni più ampie rispetto allo stato in cui si è tenuta: «Oggi gli abitanti del Wisconsin hanno scongiurato un attacco senza precedenti contro la nostra democrazia. Il Wisconsin si è alzato in piedi e ha detto a gran voce che la giustizia non ha un prezzo e che i nostri tribunali non sono in vendita».



