In India 16 persone sono state uccise in un’operazione di polizia contro i ribelli maoisti

Tra venerdì e sabato le forze di sicurezza indiane hanno ucciso 16 persone in un’operazione contro il movimento dei naxaliti, un gruppo di ribelli comunisti che da decenni porta avanti azioni di guerriglia armata contro le autorità indiane. Negli scontri avvenuti nella zona di Sukma, nello stato del Chhattisgarh, nell’India centrale, sono stati feriti lievemente due agenti. La polizia ha detto che sui corpi dei presunti ribelli sono state ritrovate numerose armi, tra cui fucili AK47, lanciarazzi ed esplosivi.
Quello dei naxaliti è un movimento nato in India negli anni Sessanta e attivo ancora oggi in diverse aree del centro e del nord del paese. È ispirato alle idee del leader della Cina comunista Mao Zedong e per questo i suoi membri sono anche definiti maosti indiani: sostengono di portare avanti la lotta armata in difesa dei diritti degli abitanti più poveri e appartenenti alle caste più basse dell’India contadina. Negli ultimi tempi il governo ha intensificato la repressione del movimento: soltanto l’anno scorso sono stati uccisi più di 280 ribelli, principalmente nello stato di Chhattisgarh, che è tra i più poveri del paese.


