In Nepal due persone sono state uccise durante gli scontri in una manifestazione che chiedeva il ritorno della monarchia

Venerdì 28 marzo in Nepal due persone sono state uccise durante una manifestazione che chiedeva di restaurare la monarchia nel paese, deposta ormai da più di quindici anni. Una di loro è un manifestante morto in ospedale a causa delle ferite riportate durante i violenti scontri con la polizia, mentre l’altro è un cameraman di una televisione locale che stava documentando le proteste, morto in un incendio appiccato dai manifestanti all’edificio in cui si trovava. I disordini avvenuti durante la manifestazione hanno causato anche 17 feriti tra poliziotti e manifestanti.
In Nepal, che si trova al confine tra India e Tibet, ha circa 30 milioni di abitanti ed è una repubblica dal 2008, da qualche anno si è consolidato un movimento che vorrebbe restaurare la monarchia, che organizza periodicamente manifestazioni in piazza. I suoi sostenitori chiedono il ritorno al potere di Gyanendra Bir Bikram Shah Dev, il re che governò tra il 2001 e il 2008 e che fu costretto ad abdicare in seguito alle proteste di massa che chiedevano un regime più democratico. In molti però hanno perso fiducia verso l’attuale sistema politico repubblicano, dominato dal Partito Comunista marxista-leninista e da quello Centro maoista, ritenendo che non sia riuscito a garantire la stabilità economica e politica del paese.
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