Il tribunale di Crotone ha assolto l’attivista curdo-iraniana Maysoon Majidi dall’accusa di essere una scafista

Maysoon Majidi, al tribunale di Crotone, il 22 ottobre del 2024 (ANSA/ GIUSEPPE PIPITA)
Maysoon Majidi, al tribunale di Crotone, il 22 ottobre del 2024 (ANSA/ GIUSEPPE PIPITA)

Maysoon Majidi, attivista e regista curdo-iraniana che era stata arrestata il 31 dicembre del 2023 con l’accusa di essere una scafista in seguito a uno sbarco di persone migranti in Calabria, è stata assolta definitivamente dal tribunale di Crotone. Maysoon Majidi rischiava una condanna a due anni e quattro mesi di carcere. La procura di Crotone l’aveva accusata di essere «l’aiutante del capitano», cioè d’aver avuto il compito di distribuire acqua e cibo e di mantenere la calma sull’imbarcazione, sulla base delle testimonianze di due persone, delle oltre settanta a bordo. Majidi si è sempre dichiarata innocente, e in carcere aveva più volte protestato con scioperi della fame per chiedere di essere liberata.

Majidi, che ha 28 anni, era stata arrestata al termine di un viaggio iniziato nel 2019 con la sua fuga dall’Iran, dove la minoranza curda di cui fa parte è perseguitata dal regime. Aveva lasciato l’Iran dopo essere stata arrestata per via del suo attivismo e, secondo il suo avvocato, dopo aver subìto maltrattamenti e violenze in carcere. Insieme al fratello, come lei vittima di discriminazioni, Majidi si era rifugiata per qualche anno nel Kurdistan Iracheno, dove aveva continuato a fare attivismo in difesa dei diritti umani. Era partita verso l’Europa dopo che le era stato rifiutato il rinnovo del permesso di soggiorno in Iraq. Durante il processo aveva sostenuto di essersi imbarcata insieme al fratello in Turchia, con un viaggio costato migliaia di euro e pagato dal padre, professore in Iran, e di essere arrivata dopo cinque giorni di navigazione a Crotone, dove era sbarcata ed era stata arrestata.

A fine ottobre, dopo trecento giorni di prigione, il tribunale di Crotone aveva deciso di sospendere la misura cautelare disposta nei confronti di Majidi e dunque di liberarla. La decisione era stata presa sulla base delle dichiarazioni fatte da alcuni testimoni nel corso di un’udienza, alla luce delle quali erano venuti meno gli indizi di colpevolezza a carico dell’attivista.