Il recente danneggiamento di un cavo sottomarino tra Lettonia e Svezia non è stato un sabotaggio, secondo la procura svedese

La nave cargo Vezhen attraccata vicino a Karlskrona, in Svezia, il 27 gennaio del 2025 (Johan Nilsson/TT News Agency via AP)
La nave cargo Vezhen attraccata vicino a Karlskrona, in Svezia, il 27 gennaio del 2025 (Johan Nilsson/TT News Agency via AP)

Lunedì l’Autorità giudiziaria svedese, l’equivalente della procura in Italia, ha fatto sapere che il danneggiamento del cavo sottomarino tra Svezia e Lettonia avvenuto la settimana scorsa nel mar Baltico è stato causato accidentalmente e non è stato il risultato di un atto di sabotaggio, come precedentemente ipotizzato. A seguito dell’evento era stata sequestrata la nave cargo battente bandiera di Malta “Vezhen”, sospettata di aver causato il danneggiamento del cavo, e di cui ora è stato disposto il rilascio.

Mats Ljungqvist, il procuratore che ha seguito il caso, ha detto che le indagini hanno accertato che il danneggiamento del cavo è stato causato dall’ancora della nave per una «combinazione di condizioni meteorologiche e di carenze nell’equipaggiamento e nella navigazione». Secondo quanto rilevato dalle indagini, i meccanismi che tenevano l’ancora bloccata a bordo erano malfunzionanti da tempo, e mentre navigava nel Baltico un’onda l’ha sbloccata del tutto, facendola cadere in mare. La nave aveva continuato a trascinare l’ancora sul fondale per diverse ore senza che l’equipaggio se ne accorgesse, finendo così per danneggiare il cavo.

Benché l’ipotesi di un sabotaggio sia stata esclusa, Ljungqvist ha fatto comunque sapere che le indagini stanno proseguendo per chiarire se siano stati compiuti eventuali altri reati nelle azioni che hanno preceduto il danneggiamento del cavo. Il cavo in questione collega a 50 metri di profondità la città lettone Ventspils e l’isola svedese Gotland: secondo il sito di tracciamento VesselFinder, la nave che lo aveva danneggiato era partita diversi giorni prima dal porto di Ust-Luga, in Russia.