Due missionari statunitensi sono stati uccisi in un attacco armato ad Haiti

I controlli della polizia haitiana vicino all'aeroporto della capitale Port-au-Prince, 24 maggio 2024 (AP Photo/Odelyn Joseph)
I controlli della polizia haitiana vicino all'aeroporto della capitale Port-au-Prince, 24 maggio 2024 (AP Photo/Odelyn Joseph)

Venerdì Natalie e Davy Lloyd, due missionari statunitensi, sono stati uccisi durante un attacco armato organizzato da due bande criminali a Port-au-Prince, la capitale di Haiti, dove stavano lavorando come volontari. Erano entrambi membri dell’associazione umanitaria statunitense Missions in Haiti, che gestisce una scuola, due chiese e un orfanotrofio nel quartiere di Bon Repos, nella periferia nord della città. Nell’attacco è stato ucciso anche Jude Montis, un cittadino haitiano di 45 anni che lavorava per Missions in Haiti.

Ad Haiti c’è da anni una gravissima crisi politica, sociale ed economica: le bande criminali controllano da tempo grosse parti della capitale Port-au-Prince, e terrorizzano la popolazione con frequenti rapimenti e omicidi. La situazione è però peggiorata a inizio marzo, quando le bande criminali che operano nel paese avevano deciso per la prima volta di coalizzarsi contro il governo, provocando le dimissioni del primo ministro Ariel Henry e portando a uno stato di emergenza senza precedenti in tempi recenti.

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