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  • Venerdì 24 maggio 2024

Negli Stati Uniti le persone che dicono di fare uso quotidiano di marijuana sono di più rispetto a quelle che lo dicono per l’alcol

Lo ha rilevato una nuova grande indagine, secondo cui il consumo complessivo di alcol rimane più diffuso

(Lauren DeCicca/Getty Images)
(Lauren DeCicca/Getty Images)
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Per la prima volta negli Stati Uniti le persone che dicono di consumare marijuana quotidianamente sono di più rispetto a quelle che affermano di bere alcol con la medesima frequenza, secondo un’analisi della più importante indagine sull’uso di droghe (definizione in cui rientra anche l’alcol) che periodicamente coinvolge milioni di persone. Il dato riflette il momento di grande popolarità della marijuana nel paese, dove il suo uso a scopo ricreativo è ormai consentito in quasi metà degli stati.

L’analisi è stata effettuata presso la Carnegie Mellon University (Pennsylvania) e fa riferimento ai dati raccolti in circa 40 anni dalla National Survey on Drug Use and Health (NSDUH), coordinata dal governo statunitense. Nel 2022 circa 17,7 milioni di persone hanno segnalato di utilizzare marijuana giornalmente o quasi, rispetto a 14,7 milioni di persone che hanno affermato di bere alcol con la medesima frequenza. Nel 1992 meno di un milione di persone diceva di fare uso di marijuana.

In generale il consumo di alcol è più diffuso, ma l’abitudine di berlo ogni giorno è diminuita (in termini relativi) ed è meno comune negli Stati Uniti di quanto lo fosse anche solo una quindicina di anni fa; il consumo di alcol in generale negli ultimi anno è aumentato, ma è comunque distante dai massimi dei primi anni Ottanta. Jonathan Caulkins, l’autore della ricerca, ha detto che: «Un buon 40 per cento di utilizzatori consuma cannabis quotidianamente o quasi, un andamento associabile più a quello del consumo di tabacco rispetto al tipico consumo di alcol». La quantità di fumatori di tabacco giornalieri rimane infatti più alta rispetto a chi dice di consumare giornalmente marijuana: 24,1 milioni contro 17,7 milioni.

(Addiction)

Secondo l’analisi, la marijuana «non è più una droga da giovani»: Caulkins ha calcolato che nel 2022 le persone consumatrici della sostanza giornalmente con più di 35 anni erano lievemente in maggioranza rispetto a quelle più giovani di loro.

Sui risultati della NSDUH è probabile che abbia influito la legalizzazione del consumo di marijuana in molti stati degli Stati Uniti: rispetto a un tempo, le persone si sentono più a proprio agio nel dire pubblicamente di essere consumatrici di questa sostanza. La possibilità di utilizzarla senza rischi ha ulteriormente influito sulla diffusione del consumo, anche se è difficile valutarne l’impatto complessivo e tutte le implicazioni.

L’andamento del consumo di marijuana nella popolazione in generale viene seguito con interesse da medici, gruppi di ricerca ed esperti di politiche sanitarie. Da tempo si discute sulle differenze negli effetti sulla salute della marijuana rispetto all’alcol, sostanza che ha un forte impatto sociale e che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità causa fino a 3 milioni di morti ogni anno. Gli studi si stanno in particolare concentrando sulla forte dipendenza da marijuana che sviluppano alcune persone e sul progressivo aumento, da parte dei produttori, del THC, il principale ingrediente psicoattivo. La concentrazione di THC rilevata in media nei campioni di marijuana è passata dal 4 per cento a metà degli anni Novanta a circa il 15 per cento all’inizio di questo decennio.