Avril Lavigne garantisce di essere davvero se stessa

In una recente intervista per il suo nuovo tour, la cantante ha parlato di nuovo di una teoria del complotto che circola da anni e sostiene che lei sia stata sostituita da una sosia

(Matt Winkelmeyer/Getty Images for iHeartRadio)
(Matt Winkelmeyer/Getty Images for iHeartRadio)
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Nel 2011 un utente brasiliano, apparentemente fan della musica pop anglofona, cominciò a pubblicare nel suo piccolo blog una serie di articoli in cui speculava sulla possibilità che alcune grosse celebrità fossero in realtà morte, e che venissero sostituite da sosia per non turbarne i fan e continuare a sfruttarne la popolarità. Il blog citava bufale di lunga data – come quella sulla morte di Paul McCartney, che circola dagli anni Sessanta – ma soprattutto ne creava di proprie: l’obiettivo era quello di mostrare quanto facile fosse inventarsi una teoria del complotto online e convincere la gente che fosse credibile.

Finì per creare e cominciare a far circolare teorie del complotto su persone famose come Miley Cyrus e Selena Gomez ma, soprattutto, sulla cantante canadese Avril Lavigne, che allora era ancora molto in vista nella musica pop globale: “Girlfriend”, uno dei suoi singoli di maggior successo, era uscito quattro anni prima. Secondo la teoria, piuttosto contorta e a tratti contraddittoria, Lavigne si era suicidata nel 2003, quando ancora piuttosto giovane si era trovata a dover gestire un enorme e improvviso successo. La sua casa discografica avrebbe a quel punto nascosto la cosa e assunto – a tempo pienissimo – una sua sosia, una certa Melissa Vandella.

La bufala, ignorata per anni, cominciò a circolare moltissimo nel 2015 per via di una serie di tweet in cui il giornalista di BuzzFeed Ryan Broderick rideva dell’assurdità della teoria. A distanza di dieci anni è entrata ormai tra i riferimenti culturali di una certa nicchia, comunque molto popolosa, di persone che passano molto tempo online, anche se è raro trovare qualcuno che ci creda seriamente. Ad Avril Lavigne, però, continuano a essere rivolte domande al riguardo: è successo anche di recente, quando ha dato un’intervista al podcast Call Her Daddy in vista del nuovo tour che farà quest’estate (e che passerà anche in Italia, a Milano).

Nel podcast, la cui puntata dedicata a Lavigne è stata intitolata “The real Avril Lavigne” (“La vera Avril Lavigne”), la presentatrice Alex Cooper ha fatto molte domande sul tema alla cantante. Lei ha detto di trovare il tutto «molto divertente»: «Da una parte tutti mi dicono che è incredibile che io abbia lo stesso identico aspetto di un tempo, come se non fossi invecchiata di un giorno. Dall’altra esiste tutta una teoria del complotto secondo cui io non sarei davvero io». Lavigne ha aggiunto che non pensa che la bufala sia particolarmente preoccupante, anche se pensa che sia «un po’ stupido» crederci veramente. Già nel 2018 la cantante aveva definito «veramente strana» la possibilità che qualcuno credesse alla bufala in questione.

Per il resto, le due hanno parlato dei prossimi progetti di Lavigne, che sta per pubblicare un nuovo album di grandi successi del passato: al suo interno ci saranno classici del pop punk dei primi anni Duemila come “Sk8er Boi”, “Complicated” e “The Best Damn Thing”, ma anche qualche canzone più recente, come “I’m a mess”, uscita nel 2022. Lavigne raggiunse un successo mondiale nel 2002 con “Complicated”, e per qualche anno fu amatissima: il suo album d’esordio, Let Go, vendette venti milioni di copie, e ancora oggi c’è chi la ricorda con un soprannome affibbiatole da una parte della critica musicale dell’epoca: «La principessa del pop punk». Dopo aver contratto la malattia di Lyme, che può provocare un gran numero di disturbi, tra cui mal di testa, dolori articolari, debolezza e problemi al sistema nervoso, ha mantenuto un basso profilo per alcuni anni. Ha ricominciato a pubblicare musica in modo più regolare nel 2019.