Mimmo Lucano vuole ricandidarsi a sindaco di Riace

Lo ha annunciato in una recente intervista: le amministrative saranno a giugno negli stessi giorni delle elezioni europee, a cui pure è candidato con Alleanza Verdi e Sinistra

Mimmo Lucano (Valeria Ferraro/SOPA Images via ZUMA Wire/ANSA)
Mimmo Lucano (Valeria Ferraro/SOPA Images via ZUMA Wire/ANSA)
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In un’intervista data al Quotidiano del Sud la scorsa settimana, Mimmo Lucano ha detto di volersi ricandidare a sindaco di Riace (Reggio Calabria) nelle comunali che saranno il prossimo 8 e 9 giugno. Lucano era già stato sindaco dal 2004 al 2018, e a Riace aveva realizzato un progetto di gestione dei migranti che era stata raccontata in tutta Europa e nel mondo come un modello di integrazione e solidarietà: il cosiddetto “modello Riace”. Poi nel 2021, con una sentenza molto discussa, Lucano era stato condannato a oltre 13 anni di carcere (quasi il doppio della richiesta dell’accusa) per reati compiuti in relazione a quel progetto. Nell’ottobre del 2023 una sentenza di appello aveva ridotto la pena di Lucano a poco più di un anno, assolvendolo da quasi tutti i reati e smontando, di fatto, l’impianto accusatorio alla base della sentenza di primo grado. A Lucano è stata inoltre concessa la sospensione condizionale della pena.

«Mi ricandido per riprendere quello che è rimasto in sospeso», dice Lucano. A febbraio Lucano aveva annunciato anche la propria candidatura per le elezioni europee, in programma l’8 e il 9 giugno. Alle europee si candiderà con Alleanza Verdi e Sinistra, mentre a Riace si candiderà da indipendente. Le due candidature sono compatibili: la legge prevede che non si possa essere al tempo stesso europarlamentari e sindaci di un comune con più di 15mila abitanti. Riace ne ha circa 1.800.

Lucano dice che se verrà rieletto la prima cosa che farà sarà riprendere l’attività di accoglienza, che in realtà non si è mai davvero interrotta: dal 2021 a oggi, mentre procedeva il suo procedimento giudiziario, Lucano è sempre rimasto a Riace (nel frattempo governata da Angelo Trifoli, sostenuto dalla Lega) e ha continuato a fare quello che ha sempre fatto: accogliere migranti, avviarli ad attività lavorative nell’artigianato o in altri settori, tenere aperto l’asilo multietnico per i bambini e le bambine. Negli ultimi due anni a Riace sono infatti arrivate alcune famiglie dall’Afghanistan, in fuga dal regime dei talebani, e l’accoglienza nel borgo è lentamente ripartita grazie a una serie di donazioni.

I fondi più consistenti erano stati raccolti dall’associazione A Buon Diritto, fondata e presieduta dall’ex senatore Luigi Manconi attraverso una sottoscrizione aperta e pubblica. Il «fondo Manconi», come lo chiama Lucano, aveva permesso di pagare “borse lavoro” e stipendi degli insegnanti nei doposcuola per i figli dei e delle migranti. Altre donazioni erano arrivate dall’iniziativa Diamo Luce a Riace, ideata e gestita da Fabio Zanotti, che fa parte del consiglio d’amministrazione della cooperativa bolognese Camilla.

Il Post aveva visitato Riace a ottobre del 2022: benché senza nessuna carica, Lucano si occupava quotidianamente delle persone che si erano trasferite lì. Nel Villaggio globale, l’area del borgo di Riace in cui era concentrata l’attività di accoglienza dei migranti, poteva capitare di vederlo indaffarato a portare la spesa nella mensa sociale, aggiustare una porta di calcio per i bambini che giocavano nella piazzetta, o andare e venire dal paese per fare commissioni. In un contesto, Riace, che prima dell’accoglienza si stava spopolando.

L’ingresso del Villaggio globale, l’area del borgo di Riace in cui è concentrata l’attività di accoglienza dei migranti (ANSA/SGHERRI)

Nel caso in cui venisse rieletto sindaco, Lucano vorrebbe occuparsi anche di un progetto relativo all’acqua: vuole collegare alla rete idrica locale un pozzo che era stato costruito durante la sua amministrazione e che di fatto è rimasto incompiuto. «Quando si parla dell’amministrazione di Lucano a Riace si racconta solo di ciò che ha fatto per i migranti, ma ha fatto molte altre cose anche in altri ambiti, come quello dell’acqua pubblica», dice Isidoro Napoli, medico fondatore dell’associazione Jimuel che a Riace ha fondato un ambulatorio e lo gestisce. Attraverso il pozzo, Lucano vorrebbe abbattere i costi per l’amministrazione rendendo Riace indipendente da Sorical, l’azienda controllata dalla regione che distribuisce l’acqua lì e altrove.

Per quanto riguarda l’ambulatorio di Isidoro Napoli, Lucano vorrebbe potenziarlo ed estenderlo. Al momento la struttura funziona con attrezzature e arredi donati da aziende e associazioni, e con medici e mediche che ci prestano servizio in modo volontario. Ne fanno uso i migranti ma anche molte persone del paese, che hanno difficoltà a raggiungere strutture più distanti. Altri progetti riguardano l’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata e la gestione della spiaggia a Riace Marina, la parte bassa del paese, attraversata dalla statale jonica: «Sia coi beni confiscati che con la spiaggia vorrei realizzare progetti in grado di attrarre un turismo sostenibile, non predatorio e rispettoso dell’ambiente e della comunità locale», dice Lucano. I circa 1.890 abitanti di Riace sono in larga parte residenti proprio nell’area della marina. È anche la parte in cui Lucano è meno popolare rispetto alla parte alta, che costituisce il centro storico.

– Leggi anche: Cosa è rimasto a Riace del “modello Riace”