Decine di studenti che manifestavano per il popolo palestinese sono stati arrestati nelle università di New York e Yale

Protesta all'Università di Yale (Ned Gerard/Hearst Connecticut Media via AP)
Protesta all'Università di Yale (Ned Gerard/Hearst Connecticut Media via AP)

Lunedì negli Stati Uniti la polizia ha arrestato decine di studenti che stavano manifestando a favore del popolo palestinese all’università di Yale, nel Connecticut, e alla New York University (NYU), a Manhattan. Lo stesso giorno la Columbia University di New York ha cancellato le lezioni in presenza in risposta alle proteste pro-palestinesi che vanno avanti dalla settimana scorsa. Sempre lunedì più di 100 insegnanti della Columbia University si sono uniti agli studenti, che stanno ancora protestando nel cortile della scuola, in segno di solidarietà.

In questi giorni le manifestazioni pro-palestinesi nelle università statunitensi sono aumentate e hanno coinvolto anche altre istituzioni di prestigio, come il Massachusetts Institute of Technology (MIT), dopo che giovedì scorso la polizia aveva arrestato più di 100 studenti della Columbia University che si erano accampati con delle tende nel cortile. L’università li aveva sospesi e aveva quindi permesso alla polizia di arrestarli per violazione di domicilio. Anche alla NYU gli studenti sono stati arrestati con le stesse accuse, mentre all’università di Yale i manifestanti sono stati arrestati per aver bloccato il traffico.

In tutte le università gli studenti protestano contro la fornitura di armi a Israele da parte degli Stati Uniti e chiedono un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha criticato le proteste, specialmente quella della Columbia, dicendo che durante il suo svolgimento si sono verificati episodi di antisemitismo contro alcuni studenti ebrei. Gli studenti organizzatori dell’accampamento della Columbia hanno criticato la dichiarazione, facendo notare che alcuni degli organizzatori sono ebrei e che fra i manifestanti arrestati c’erano 15 studenti ebrei, mentre i giornali si sono concentrati su «individui incendiari che non ci rappresentano».

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