Le elezioni parlamentari alle Maldive sono state stravinte dal partito del presidente filocinese Mohamed Muizzu

Il presidente delle Maldive, Mohamed Muizzu, parla con i giornalisti a Malé durante le elezioni presidenziali 30 settembre del 2023
Il presidente delle Maldive, Mohamed Muizzu, parla con i giornalisti a Malé durante le elezioni presidenziali 30 settembre del 2023 (REUTERS/ Dhahau Naseem)

Le elezioni parlamentari che si sono tenute domenica nell’arcipelago delle Maldive sono state stravinte dal Congresso Nazionale del Popolo, il partito conservatore e nazionalista dell’attuale presidente del paese, il filocinese Mohamed Muizzu. In base ai risultati provvisori, che devono ancora essere confermati ufficialmente, il partito di Muizzu ha ottenuto 71 dei 93 seggi dell’Assemblea nazionale, assicurandosi la maggioranza dei tre quarti del parlamento. Il Partito Democratico delle Maldive di centrosinistra, che alle elezioni del 2019 aveva ottenuto 65 seggi, ne ha invece ottenuti 12.

Le elezioni di domenica erano considerate una specie di conferma per Muizzu, che è stato eletto nell’ottobre del 2023, è molto vicino alla Cina e ha promesso di allontanare il paese dalla tradizionale influenza indiana.

L’arcipelago delle Maldive è composto da circa 1.200 isole e atolli, è una delle principali mete turistiche della regione e ha circa 520mila abitanti. Per via della sua posizione lungo un’importante rotta commerciale nell’oceano Indiano, tuttavia, è da tempo un luogo conteso, soprattutto tra India e Cina. Relativamente povere, le Maldive sono anche uno dei territori più soggetti agli effetti della crisi climatica; sono soprattutto un paese a maggioranza musulmana, che mal sopporta il governo nazionalista indù del primo ministro indiano Narendra Modi, che è quasi certo vincerà con il suo partito le lunghe elezioni in corso per rinnovare i 543 membri della camera bassa del parlamento indiano.

Con oltre tre quarti dei seggi al parlamento, si prevede che il Congresso Nazionale del Popolo riuscirà ad approvare con facilità le politiche volute da Muizzu per rafforzare invece la cooperazione economica con la Cina.

Muizzu è un alleato di Yameen Abdul Gayoom, che fu presidente delle Maldive tra il 2013 e il 2018 e durante il suo mandato cominciò ad accettare grossi investimenti cinesi e a ridurre la dipendenza dall’India. Con il consenso dell’ex presidente filoindiano Ibrahim Mohamed Solih, successore di Gayoom, l’India tuttavia aveva mantenuto un piccolo contingente militare alle Maldive. Tra le altre cose, Muizzu aveva fatto campagna elettorale per cacciare i militari indiani dall’arcipelago, contrapponendo alla politica “India first” di Solih lo slogan “India out”, cioè “fuori l’India”.

Al contempo la Cina ha promesso aiuti militari al paese, con cui ha raggiunto una serie di accordi per rafforzare la cooperazione sui commerci, sulla produzione agricola e su altri tipi di investimenti, e sta anche incentivando il turismo cinese nell’area.

Rispetto alle elezioni parlamentari del 2019, quando i seggi assegnati erano stati 87, questa volta i seggi assegnati erano sei in più, in linea con il recente aumento della popolazione del paese. L’affluenza ai seggi è stata del 73 per cento.

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