Il caso dei tre musicisti sospesi per aver criticato la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi

Avevano detto di ritenerla inadatta al suo ruolo dopo averci lavorato assieme e avevano poi subìto un provvedimento disciplinare, che ora sta ricevendo molte critiche

Una foto della direttrice d'orchestra Beatrice Venezi
La direttrice d'orchestra Beatrice Venezi sul palco del Politeama di Palermo (ANSA/IGOR PETYX)
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Sta facendo molto discutere il caso di tre musicisti dell’orchestra sinfonica siciliana che sono stati sospesi per alcuni giorni dal lavoro perché a gennaio, parlando con Repubblica, avevano detto alcune cose molto critiche verso Beatrice Venezi, direttrice d’orchestra piuttosto nota e che fa spesso parlare di sé per circostanze che non riguardano il suo lavoro, soprattutto per alcune sue dichiarazioni e perché considerata molto vicina alla destra al governo.

A gennaio Venezi era stata ospite al teatro Politeama di Palermo e alla fine di un concerto che aveva diretto non c’era stata la consueta manifestazione di stima da parte dell’orchestra, che quando deve salutare il direttore tipicamente batte molto forte i piedi sul palco. Intervistati da Repubblica a fine gennaio il violinista Luciano Saladino, il flautista Claudio Sardisco e la violinista Ivana Sparacio avevano motivato il mancato tributo a Venezi dicendo di ritenerla inadatta al suo ruolo. I primi due erano stati sospesi per sette giorni dal proprio lavoro, la terza per un giorno.

Sparacio l’aveva definita un «fenomeno mediatico» che «spettacolarizza la musica» e Saladino aveva detto che «non è in grado di seguire l’orchestra». Secondo Sardisco «sarebbe stato più facile suonare senza di lei», tanto che i membri dell’orchestra si sarebbero messi d’accordo per non guardarla durante l’esibizione, perché i suoi gesti sarebbero stati «incoerenti con la musica».

Il sovrintendente della Fondazione orchestra sinfonica siciliana Andrea Peria Giaconia si era dissociato da queste dichiarazioni e aveva chiesto ai capi delle varie sezioni musicali dell’orchestra di fare lo stesso. In quattro si erano rifiutati di dissociarsi e uno di questi ha detto a Repubblica che le dichiarazioni dei colleghi erano «perfettamente corrispondenti alla realtà». Peria Giaconia aveva poi deciso il provvedimento disciplinare nei confronti dei tre orchestrali (la sospensione senza retribuzione) per aver violato i doveri di correttezza e diligenza previsti dal loro contratto, anche a seguito di una lettera in cui loro motivavano ulteriormente le loro dichiarazioni. La sospensione è avvenuta durante la settimana dal 17 al 24 marzo, e tutti e tre sono già rientrati al lavoro.

Saladino ha detto a Repubblica di ritenere «la sanzione assolutamente illegittima» e di aver chiesto al suo avvocato di impugnarla. I sindacati hanno detto di non essere stati per il momento interpellati. I musicisti e diverse altre persone che negli ultimi giorni hanno criticato la decisione sostengono in sostanza che le dichiarazioni fossero semplici critiche alla direttrice e non eccessive nel modo in cui sono state fatte.

Tra chi ritiene esagerato il provvedimento disciplinare preso da Peria Giaconia ci sono anche alcuni membri dell’opposizione, che hanno detto di ritenerlo politicamente motivato. I senatori del Movimento 5 Stelle Dolores Bevilacqua e Luca Pirondini, per esempio, hanno definito il provvedimento «scandaloso» e hanno detto che colpisce «deliberatamente chi osa contestare gli amichetti del capo», in riferimento ai legami di Venezi con l’attuale governo: Venezi è consulente del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ed è ritenuta vicina alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il provvedimento è stato preso dal sovrintendente, una carica tecnica ma di nomina politica: Peria è stato nominato dall’attuale presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, di Forza Italia e sostenuto da una coalizione di destra.

In questi anni si è parlato spesso di Venezi per quello che ha detto o fatto al di fuori del suo lavoro: soprattutto a partire da un’intervista del 2021 in cui dichiarò di non voler essere chiamata “direttrice” ma “direttore” d’orchestra, conquistando molte simpatie da parte di politici e sostenitori della destra. La vicinanza agli ambienti di destra le ha anche attirato molte critiche: prima dell’inizio del concerto di Capodanno al teatro dell’opera di Nizza, per esempio, venne fischiata e fu esposto uno striscione con scritto «niente fascisti all’opera, niente opera ai fascisti».