In Libia è stata scoperta una fossa comune con almeno 65 cadaveri di migranti

(Silvio Fiore/LaPresse)
(Silvio Fiore/LaPresse)

Venerdì l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di migrazioni, ha detto di aver scoperto una fossa comune contenente i corpi di almeno 65 migranti in una zona desertica della Libia occidentale. Per il momento non si conoscono le identità e le nazionalità dei migranti, né le circostanze della loro morte. Tuttavia, è probabile che siano morti durante un’operazione di tratta di esseri umani.

L’OIM ha detto che la scoperta della fossa comune dimostra la necessità di costruire una risposta coordinata al traffico di migranti e di creare percorsi migratori sicuri e legali. Il governo libico, nel frattempo, ha annunciato di avere avviato le indagini per individuare gli eventuali responsabili.

Per la Libia passa una delle principali rotte per i migranti provenienti da altri paesi africani e intenzionati a raggiungere le coste del mar Mediterraneo per attraversarlo e tentare di raggiungere l’Europa. Per questo è anche una zona di intensa attività da parte dei trafficanti di esseri umani, che organizzano e gestiscono i lunghi e rischiosi viaggi dei migranti (e che non c’entrano nulla coi cosiddetti “scafisti”, che sono molto spesso migranti stessi). Secondo l’OIM nel 2023 sono morti almeno 962 migranti al largo delle coste libiche, e almeno 1.563 risultano dispersi.

– Leggi anche: Chi sono i cosiddetti “scafisti”

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