Il video della prima persona a cui Neuralink ha installato un impianto cerebrale

Noland Arbaugh, un uomo tetraplegico, ora riesce a muovere il cursore di un mouse e a giocare a scacchi sul computer grazie al dispositivo dell'azienda di Elon Musk

(Neuralink/YouTube)
(Neuralink/YouTube)
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Mercoledì Neuralink, l’azienda di Elon Musk che si occupa di ricerca e sviluppo di impianti cerebrali da collegare a un computer, ha mostrato in video il primo paziente a cui è stato installato un dispositivo nel cervello. È un uomo statunitense di 29 anni, si chiama Noland Arbaugh ed è tetraplegico dal 2016, in seguito a un incidente avuto mentre faceva un tuffo in un lago. Nel video, di circa nove minuti, si vede Arbaugh che riesce a muovere il cursore del mouse di un computer e giocare una partita a scacchi, controllandolo grazie all’impianto cerebrale.

Neuralink esiste dal 2016 e ha come obiettivo quello di sviluppare nuove interfacce neurali, cioè sistemi per mettere in comunicazione diretta il cervello con un dispositivo esterno, come un computer. Le interfacce neurali sono viste come un’importante opportunità per consentire ai pazienti con paralisi e altre malattie debilitanti di recuperare le loro funzionalità, tornando per esempio a muovere gli arti.

Il 28 gennaio Arbaugh era stato il primo essere umano a cui Neuralink aveva installato un impianto cerebrale, dopo che negli scorsi anni l’azienda aveva già fatto test sugli animali, e lo scorso maggio era stata autorizzata dalla Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia federale degli Stati Uniti che si occupa di farmaci e dispositivi medici, a effettuare test anche sugli umani.

Nel video pubblicato mercoledì, Arbaugh ha detto di essere stato dimesso un giorno dopo l’operazione di gennaio, e che l’impianto cerebrale non ha causato finora alcun deterioramento delle sue capacità cognitive. Arbaugh ha mostrato anche come riesca a fare più cose contemporaneamente, giocando a scacchi e allo stesso tempo parlando con un ingegnere di Neuralink che lo intervista.

Parlando delle prime settimane di prova dell’impianto, Arbaugh ha detto che il sistema per ora «non è perfetto» e che si è imbattuto «in alcuni problemi», non meglio specificato. Ha raccontato inoltre di essere riuscito a giocare al videogame Civilization VI per otto ore di fila, prima che la batteria dell’impianto di scaricasse. Neuralink utilizza una ricarica wireless per l’impianto, che consiste in un piccolo dispositivo impiantato nel cranio da cui partono elettrodi che si inseriscono nel cervello.

Neuralink non è la prima azienda a sperimentare queste soluzioni, ma i suoi ricercatori sono riusciti a realizzare elettrodi di minuscole dimensioni, che possono essere impiantati con un’operazione che secondo l’azienda è meno invasiva. La procedura prevede l’impiego di un sistema robotizzato ad alta precisione, in modo da inserire l’impianto nella giusta area del cervello e realizzare i collegamenti con i neuroni. Gli elettrodi di Neuralink sono più flessibili rispetto a quelli sperimentati in altri laboratori e ciò dovrebbe ridurre sensibilmente il rischio di microtraumi e danni nelle aree del cervello in cui viene effettuato l’impianto.