Un classico contemporaneo, ispirato ai miti di Cthulhu

"Eldritch Horror" è un gioco cooperativo del 2013 ambientato nell'universo di H.P. Lovecraft, capace di generare grandi entusiasmi e frustrazioni

di Viola Stefanello

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Kamchatka è una rubrica mensile di Consumismi in cui proviamo giochi da tavolo per conto vostro e vi diciamo se ci siamo divertiti, cosa ne pensiamo e a chi potrebbero piacere. Non parleremo di grandi classici come Risiko!, ma l’abbiamo chiamata “Kamchatka” perché speriamo di conquistare voi come tutti i giocatori hanno fatto almeno una volta con il più famoso dei suoi territori.

È molto raro interessarsi anche solo remotamente a generi letterari o cinematografici come l’horror e la fantascienza e non aver mai sentito parlare dello scrittore statunitense H.P. Lovecraft. Citato come ispirazione da autori del calibro di Stephen King, Guillermo del Toro e Junji Itō, la sua influenza è onnipresente nel genere horror, al punto che dal 1975 al 2015 il premio per i vincitori del World Fantasy Award, uno dei più prestigiosi premi letterari a cui uno scrittore fantasy può ambire, era un piccolo busto di Lovecraft. Il design del premio fu poi trasformato nella statuetta di un albero a partire dal 2016, dopo anni di discussioni sul fatto che Lovecraft fosse estremamente razzista anche per gli standard degli Stati Uniti degli anni Trenta, e avesse spesso fatto di questo razzismo un tema centrale dei propri racconti.

Vissuto tra il 1890 e il 1937, Lovecraft rimane famoso soprattutto per l’immaginario profondamente originale (seppure, appunto, spesso informato da un razzismo piuttosto violento) che riuscì a costruire nell’arco di decine di romanzi e racconti, pubblicati in larga parte su riviste “pulp”, nicchia letteraria che raccontava soprattutto storie dai contenuti violenti, colmi di crimini e situazioni macabre o inspiegabili, a cavallo tra l’horror e il poliziesco. Rimasto in larga parte sconosciuto al grande pubblico fino alla propria morte, fu riscoperto dalla critica letteraria e accademica dagli anni Settanta in poi. L’universo narrativo da lui creato – un universo in cui gli esseri umani scoprono costantemente di essere minuscole e insignificanti pedine all’interno di una mitologia fatta di gigantesche divinità e mostri talmente inquietanti da essere quasi indescrivibili – continuò però a espandersi negli anni successivi alla sua morte soprattutto perché Lovecraft incoraggiava chiunque ad ampliarlo, raccontando ulteriori storie inserite nel contesto di questa mitologia, conosciuta come “i miti di Cthulhu”.

Oggi l’universo da lui creato viene perpetuato e ampliato anche da giochi che contengono forti elementi narrativi, che girano quasi sempre attorno alla storia di un gruppo di investigatori che si muovono nel New England degli anni Venti e che scoprono, indizio dopo indizio, di trovarsi all’interno di un universo governato da crudeli entità aliene e divinità totalmente incuranti dell’esistenza dell’umanità, con grosse conseguenze sulla salute mentale dei personaggi. Il primo a diventare famoso fu Il richiamo di Cthulhu, pubblicato nel 1981 dalla casa editrice statunitense Chaosium, ma da allora sono diventate decine i giochi da tavolo, videogiochi e giochi di ruolo che hanno deciso di riproporre i miti di Cthulhu.

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Uno dei giochi più celebri degli ultimi anni – al punto da poter essere considerato un classico del genere a cui appartiene, ovvero i giochi da tavolo collaborativi – è Eldritch Horror, pubblicato originariamente nel 2013 da Fantasy Flight Games e edito in Italia da Giochi Uniti. È, appunto, un gioco collaborativo, che vuol dire che tutti i partecipanti vincono insieme o perdono insieme, e devono organizzare la propria partita in modo da portare avanti degli obiettivi condivisi. In questo caso, i giocatori interpretano degli investigatori che hanno tutti luoghi d’origine, equipaggiamenti, motivazioni, punti di forza e debolezza diversi, ma sono accomunati da un obiettivo comune: risolvere tre missioni (dette “Misteri”) prima che si risvegli un’antica e mostruosa divinità, «strappando il mondo intero ad un infausto e drammatico destino». Gli autori del gioco, Corey Konieczka e Nikki Valens, hanno lavorato attivamente per includere una certa diversità tra gli investigatori, che sono in ugual misura uomini e donne di etnie e background molto diversi tra loro.

Nel corso del gioco, i vari investigatori dovranno muoversi in giro per un mappamondo reagendo a ciò che incontrano: portali che spuntano nel cuore di una città e fanno apparire pericolosi mostri, indizi preziosi sperduti nel mezzo dell’oceano, cultisti che cercano di avvicinare il momento del risveglio del Grande Antico e costellazioni che cambiano posizione nel cielo, facendo presagire terribili conseguenze per l’umanità. Le istruzioni sono molto chiare e relativamente semplici da imparare, e le carte includono sì moltissimi dettagli per chi vuole immergersi nella storia, ma anche istruzioni chiare su cosa bisogna fare. Il gioco è però molto “stretto”, nel senso che non lascia spazio per eventuali errori strategici: per questo è fondamentale tenere a mente l’aspetto della collaborazione e fermarsi a discutere tutti insieme le mosse successive, prima di inseguire guizzi individuali.

Eldritch Horror è pensato per adattarsi bene al numero di giocatori, per un massimo di otto persone: chi ci ha giocato da solo dice che non è male, anche se gran parte delle persone che hanno condiviso la propria opinione su BoardGameGeek, il più grande forum di appassionati di giochi da tavolo, dice che il numero ideale di giocatori è quattro. All’inizio della partita si sceglie un Grande Antico contro cui giocare, che diventa il principale antagonista: il gioco cambia un po’ a seconda del Grande Antico che si sceglie di combattere, e online si possono trovare varie discussioni su quali siano i più facili o i più difficili da battere. Inoltre, essendo stato pubblicato oltre un decennio fa, ci sono tantissime espansioni tra cui scegliere se ci si annoia del gioco base: spesso viene consigliato di comprare fin da subito almeno l’espansione Leggende Perdute, che include molte carte che aggiungono spessore e rigiocabilità.

Una delle investigatrici che si possono interpretare (il Post)

È importante sapere fin da subito che non è un gioco in cui è semplice vincere, in generale. Nell’approcciarsi a Eldritch Horror è anzi necessario essere consapevoli del fatto che il gioco, pur non essendo impossibile da vincere, è capace di generare man mano un’esperienza emotiva di angoscia, caos e incertezza, bilanciata solo raramente da momenti di temporanea speranza. Molte decisioni possono essere prese soltanto “al buio”, senza sapere quali saranno le loro conseguenze di lungo periodo, e rischiando di esporre il proprio investigatore a pericoli più grandi in futuro in cambio di vantaggi momentanei. E spesso i momenti decisivi della partita si basano semplicemente sul lancio di qualche dado: gli investigatori hanno senza dubbio modo di ottenere oggetti e potenziamenti che rendono un po’ meno aleatorio il momento del lancio dei dadi, ma rimane sempre la concreta possibilità che questo non basti, e che strategie a lungo discusse tra i giocatori si sgretolino sotto il peso di un lancio sfortunato.

Ad alcuni questa cosa piacerà moltissimo: il fatto che l’universo sia spaventoso e indifferente alle sofferenze dell’umanità è dopotutto un tema fondamentale nell’opera di Lovecraft, che in un saggio del 1927 scriveva che «l’emozione più antica e più profonda di cui fa esperienza l’umanità è la paura, e il tipo più forte di paura è la paura dell’ignoto». Il gioco trasmette questo aspetto con grande efficacia.

Altri però potrebbero preferire un’esperienza di gioco meno intensa, più controllabile, o semplicemente meno dipendente dalla fortuna. Eldritch Horror non è fatto per queste persone, e può per questo risultare estremamente frustrante: un critico è arrivato a definirlo un gioco «punitivo», paragonabile per difficoltà alle fatiche di Sisifo, il personaggio della mitologia greca costretto a spingere un masso su per un monte per poi vederlo rotolare a valle, per l’eternità. Si tratta, insomma, di un gioco adatto a un pubblico consapevole di ciò a cui va incontro, anche perché una partita può durare tranquillamente anche cinque o sei ore. Ma capace di dare grandi soddisfazione a chi affronta il rischio di invischiarcisi, come ogni buona storia horror che si rispetti.

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Online Eldritch Horror si può comprare su Amazon (51 euro), sul sito di Giochi Uniti (60 euro) o su quello di Feltrinelli (65 euro).

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