La Roma ha licenziato due dipendenti a cui era stato rubato un video di un rapporto sessuale

Il filmato era stato diffuso da un giocatore della Primavera, ma la società ha preso provvedimenti nei confronti dell'impiegata ripresa nel video insieme al compagno, anche lui dipendente della società

La porta principale della sede dell'As Roma
(AS Roma/ LaPresse)
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Lo scorso 6 novembre la società che gestisce la squadra di calcio della Roma ha licenziato due dipendenti, una donna e un uomo uniti da una relazione, a cui un calciatore della squadra Primavera (il livello giovanile più alto) aveva rubato il video di un rapporto sessuale, poi condiviso con altri calciatori e con lo staff della società.

La notizia è stata rivelata giovedì dal Fatto Quotidiano e confermata da altri giornali. Il video aveva iniziato a circolare nella chat dei calciatori della Primavera della Roma all’inizio di ottobre: mostra un rapporto sessuale tra la donna e il suo compagno, anche lui dipendente della Roma. Il rapporto sessuale sarebbe avvenuto negli uffici del centro sportivo Fulvio Bernardini a Trigoria, una frazione di Roma. Il video era stato diffuso da un calciatore della Primavera che lo aveva trovato nell’archivio dello smartphone della donna violandone la privacy. La diffusione era avvenuta senza il consenso della donna.

In casi come questo il reato ipotizzato è la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti prevista dall’articolo 612-ter del codice penale che punisce «chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza con consenso delle persone rappresentate», con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da 5mila a 15mila euro.

Il reato in questione si può perseguire solo se c’è una denuncia da parte delle persone offese (tranne in alcune circostanze che però non sembrano pertinenti in questo caso), e il termine per presentare la denuncia è di sei mesi da quando è avvenuto il fatto: per ora le persone coinvolte non hanno presentato alcuna denuncia. Non è chiaro se ci sia ancora tempo per farlo perché non si sa con precisione quando siano stati rubati i video alla donna. Per ora sulla diffusione del video ha aperto un’indagine solo la procura della Federazione calcistica italiana (Figc), quindi la giustizia sportiva, che però può infliggere sanzioni ben diverse da quella ordinaria.

In un primo momento i dirigenti della società avevano chiesto spiegazioni al calciatore della Primavera. Il ragazzo era stato semplicemente richiamato, senza provvedimenti più severi. In seguito il 6 novembre la donna a cui era stato rubato il video e il suo compagno sono stati licenziati. La motivazione ufficiale riportata dal Fatto Quotidiano è che la diffusione del video avrebbe causato «un’incompatibilità della prosecuzione del rapporto di lavoro con il sereno e regolare andamento dell’attività della società».

Secondo le versioni pubblicate dai giornali, i licenziamenti sono stati fatti con diverse motivazioni: per la violazione delle regole di comportamento da rispettare all’interno della società, per aver avuto un rapporto sessuale al centro sportivo o per alcuni accenni a questioni di lavoro fatti nel video dai due dipendenti. Quest’ultima però è una versione che l’avvocato della donna ha smentito. Tutte le versioni e i dettagli della vicenda non sono state confermate dalla società.