In Croazia è stato sciolto il parlamento in modo da poter anticipare le elezioni

Una manifestazione antigovernativa a Zagabria, a inizio febbraio (AP Photo/Darko Bandic)
Una manifestazione antigovernativa a Zagabria, a inizio febbraio (AP Photo/Darko Bandic)

Giovedì in Croazia è stato sciolto il parlamento, in modo da permettere l’organizzazione di nuove elezioni parlamentari entro due mesi, come previsto dalla legge. Inizialmente le elezioni erano previste per l’autunno, ma non era ancora stata decisa la data. Undici partiti di opposizione, guidati dal Partito socialdemocratico (SDP) e dall’ambientalista di sinistra Mozemo! (Possiamo!), avevano presentato una richiesta formale di scioglimento come risposta alle proteste antigovernative degli ultimi mesi. Il presidente Zoran Milanović dovrebbe scegliere la data delle nuove elezioni questa settimana: è probabile che si tengano entro maggio, e quindi prima delle elezioni per il parlamento europeo, previste per l’inizio di giugno.

Le proteste in Croazia erano cominciate a febbraio, quando la maggioranza parlamentare guidata dall’Unione democratica croata – il partito conservatore a cui appartiene anche il primo ministro Andrej Plenković, al governo dal 2016 – aveva nominato come nuovo procuratore generale l’ex giudice Ivan Turudic, considerato vicino a vari personaggi accusati di corruzione.

L’elezione di Turudic ha causato grosse discussioni sulla corruzione nel paese, definita da molti «dilagante», ma anche sulla figura di Plenković, accusato di governare in maniera simile a Viktor Orbán, il primo ministro ungherese, di estrema destra, che in questi anni ha reso l’Ungheria un paese a guida semiautoritaria. Se i conservatori dovessero nuovamente vincere le elezioni parlamentari, come per ora prevedono i sondaggi, Plenković potrebbe chiedere al presidente Milanović di ottenere un nuovo mandato alla guida del governo, diventando il primo politico a governare per tre volte nella storia della Croazia, nazione indipendente dal 1991.