“I Will Always Love You”, anche dopo cinquant’anni

È una delle canzoni più famose di sempre ma non parla di una storia d'amore e non è di Whitney Houston

Dolly Parton, 10 novembre 1982 
(AP Photo/Humphrey)
Dolly Parton, 10 novembre 1982 (AP Photo/Humphrey)
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La famosa canzone “I Will Always Love You” ha compiuto 50 anni: uscì infatti l’11 marzo del 1974. Anche se molti la collegano alla cantante Whitney Houston – che la rese famosa in tutto il mondo nel 1992, cantandola per il film Guardia del corpo (The Bodyguard) – “I Will Always Love You” venne scritta e registrata per la prima volta nel 1973 dalla cantautrice country americana Dolly Parton, che oggi ha 78 anni ed è ancora molto attiva nel mondo della musica, e nota oltre che per le sue canzoni anche per il suo aspetto appariscente e la sua autoironia. In pochi sanno, poi, che la canzone non parla della fine di una storia d’amore ma della fine di un rapporto di lavoro.

Parton aveva lasciato la sua città natale, Locust Ridge, in Tennessee, il giorno dopo aver concluso gli studi, e nel 1964 si era trasferita a Nashville, la capitale dello stato, in cerca di fortuna come cantautrice. Attirò presto l’attenzione del cantante country Porter Wagoner, che la invitò a cantare insieme nel suo programma tv e convinse la sua etichetta discografica a scritturarla. Nel 1968 ebbero successo a livello nazionale cantando insieme una cover di “The Last Thing on My Mind”, del musicista Tom Paxton.

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Nel 1973 Parton decise che era il momento di intraprendere una carriera solista. Comunicarlo a Wagoner, però, non era facile, come raccontò anni dopo al Financial Times: «Come potrò fargli capire quanto apprezzi tutto questo ma che me ne devo andare? Allora pensai: Qual è la cosa che sai fare meglio? Scrivere canzoni. Così mi sedetti e la scrissi». Nello stesso pomeriggio Parton compose anche “Jolene”, un suo grande successo e probabilmente la canzone a cui viene più spesso associata.

Il giorno dopo Parton andò nell’ufficio di Wagoner, gli chiese di sedersi e gli cantò “I Will Always Love You”«da sola nel suo ufficio, soltanto io e la mia chitarra». Lui si commosse e le disse che era la migliore canzone che avesse mai scritto: «Puoi andare se riesci a produrla». Non solo ci riuscì ma un anno dopo sia “Jolene” sia “I Will Always Love You” erano tra le canzoni country di maggior successo negli Stati Uniti. Wagoner e Parton restarono amici e quando lui morì, nel 2007, lei fu presente al funerale insieme alla sua famiglia.

Tornando al 1974, il successo di “I Will Always Love You” era tale che Elvis Presley ascoltò la canzone e decise di farne una cover: per Parton fu «la cosa più fantastica che mi accadde come cantautrice». La sera prima della registrazione, però, il manager di Presley chiamò Parton e le disse che avrebbero registrato la cover soltanto se lei avesse ceduto metà dei diritti d’autore della canzone; Parton rifiutò e non se ne fece nulla.

Nel 1975, intanto, il regista, sceneggiatore e produttore americano Lawrence Kasdan scrisse la sceneggiatura di Guardia del corpo (The Bodyguard), che sarebbe diventato un film soltanto 17 anni dopo con colonna sonora “I Will Always Love You”.

Raccontava la storia d’amore di una pop star e della sua guardia del corpo, interpretati da Whitney Houston e Kevin Costner. Si racconta che fu Costner a suggerire a Houston di cantare una canzone country e le preparò una selezione insieme a Maureen Crowe, responsabile della musica del film. C’era anche la cover di “I Will Always Love You” registrata dalla cantante Linda Ronstadt nel 1975, che piacque molto a Houston e venne scelta; poi il produttore David Foster la riadattò alla sua voce e alle sue potenzialità.

Dolly Parton raccontò di aver ascoltato la versione di Houston per la prima volta alla radio, mentre guidava nella sua Cadillac: fu talmente emozionante che dovette accostare.

La versione di Houston di “I Will Always Love You” ebbe un successo enorme: vendette 24 milioni di copie in tutto il mondo e diventò il singolo di una musicista donna più venduto di sempre. Per dieci settimane fu al primo posto nella classifica delle vendite in Regno Unito, dove fu il singolo più venduto dell’anno; negli Stati Uniti rimase al primo posto per 14 settimane. Nel 1994 Houston vinse il premio Grammy (cioè i premi più importanti dell’industria discografica americana) per la miglior registrazione dell’anno.

Il successo economico non fu da meno. Secondo Forbes, negli anni ’90 la cover di Houston fruttò a Parton più di 10 milioni di dollari in diritti d’autore. Nel 2021 lei raccontò di aver donato parte di quei soldi in aiuti a un quartiere abitato da persone nere a Nashville: lo considerava un omaggio a Houston, morta a 48 anni nel 2012.

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Tra le cover di “I Will Always Love You” degne di nota c’è anche quella cantata in arabo dalla pop star siriana Mayyada Bselees. Nel 2002 venne scelta dal dittatore iracheno Saddam Hussein come inno della sua campagna elettorale per le elezioni presidenziali, in cui venne rieletto con il 100 per cento dei voti.