L’ambasciata russa ha infine restituito i passaporti ai tre parlamentari italiani che volevano partecipare al funerale di Navalny

Una delegazione di parlamentari e politici italiani depone un mazzo di fiori davanti all'ambasciata russa a Roma in omaggio a Navalny, 16 febbraio 2024 (MASSIMO PERCOSSI/ANSA)
Una delegazione di parlamentari e politici italiani depone un mazzo di fiori davanti all'ambasciata russa a Roma in omaggio a Navalny, 16 febbraio 2024 (MASSIMO PERCOSSI/ANSA)

Mercoledì l’ambasciata russa a Roma ha infine restituito i passaporti a tre parlamentari italiani che li avevano consegnati per chiedere un visto più di due settimane fa. Tra il 27 e il 28 febbraio i deputati Benedetto Della Vedova di +Europa e Lia Quartapelle del Partito Democratico, insieme al senatore di Italia Viva Ivan Scalfarotto, avevano chiesto un visto all’ambasciata russa per partecipare al funerale del dissidente russo Alexei Navalny, che è stato a Mosca il 1° marzo.

Di solito per i parlamentari le procedure diplomatiche per il rilascio dei visti sono semplificate e si risolvono in tempi brevi. L’ambasciata russa aveva invece trattenuto i passaporti dei tre parlamentari per più di due settimane, senza dare spiegazioni. Per chiedere i visti i parlamentari si erano avvalsi di un’agenzia che si occupa di queste procedure, che per giorni si era interfacciata con i funzionari dell’ambasciata per informarsi sull’esito delle richieste e sul perché stessero trattenendo i passaporti. La risposta dei funzionari era sempre rimasta vaga, avevano detto che le richieste erano in fase di elaborazione ma non avevano indicato quali fossero gli eventuali problemi che stavano rallentando la procedura.

Di fatto Della Vedova, Quartapelle e Scalfarotto non solo non erano potuti andare a Mosca per il funerale di Navalny, ma fino a oggi erano anche impossibilitati a uscire dall’Unione Europea. I passaporti sono stati riconsegnati senza visto.