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  • Giovedì 7 marzo 2024

La storia dietro il nuovo romanzo di Gabriel García Márquez

“Ci vediamo in agosto” è uscito per volere dei figli dieci anni dopo la morte dello scrittore colombiano premio Nobel, che aveva chiesto di non farlo pubblicare

(AP Photo/Fernando Vergara)
(AP Photo/Fernando Vergara)
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Mercoledì è uscito in una trentina di paesi tra cui l’Italia Ci vediamo in agosto, romanzo postumo dello scrittore colombiano premio Nobel per la letteratura Gabriel García Márquez, morto nel 2014. Ci vediamo in agosto è la prima opera inedita di Márquez pubblicata negli ultimi vent’anni (l’ultima era stata Memoria delle mie puttane tristi, nel 2004), e ha avuto una storia editoriale piuttosto travagliata.

Márquez lavorò al libro per almeno 25 anni, ritoccandolo in continuazione e scrivendone almeno cinque versioni. Poco prima di morire lo accantonò e chiese ai suoi familiari di fare scomparire tutte le bozze che aveva prodotto fino a quel momento. Nel 2014, dopo la morte di Márquez, tutte le bozze e gli appunti relativi a Ci vediamo in agosto furono conservati negli archivi dell’Harry Ransom Center, la struttura della University of Texas di Austin (Stati Uniti) in cui è custodita gran parte del materiale inedito dell’autore.

Negli ultimi mesi attorno alla pubblicazione di Ci vediamo in agosto si è sviluppato un dibattito relativo all’opportunità di disattendere le direttive di Márquez, che poco prima della morte aveva chiesto esplicitamente ai propri familiari di evitarne la pubblicazione. «Mi ha detto che il romanzo doveva essere distrutto», ha detto Gonzalo García Barcha, il figlio più piccolo di Márquez, in un’intervista data al New York Times.

I familiari hanno raccontato di aver scelto di pubblicare Ci vediamo in agosto perché Márquez scelse di accantonarlo in un momento in cui non era completamente in grado di intendere e di volere. In quel periodo soffriva di continue perdite di memoria a causa della demenza senile e, stando al racconto dei figli, non era neppure in grado di riconoscere le persone che gli stavano attorno.

Rodrigo García Márquez, il primogenito, ha detto che ai tempi suo padre «non era più in grado di giudicare il libro», e «probabilmente non riusciva nemmeno più a seguirne la trama». I figli hanno detto che rileggendo Ci vediamo in agosto qualche anno dopo la sua morte ne hanno apprezzato il valore letterario e anche l’eccezionalità, dato che si tratta di un romanzo con caratteristiche che è difficile ritrovare nel resto della sua produzione: per esempio, rappresenta uno dei pochi casi in cui la narrazione è incentrata interamente su una protagonista femminile.

 

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Ci vediamo in agosto racconta infatti la storia di Ana Magdalena Bach, una donna sposata da anni con il direttore di una scuola di musica, e delle sue relazioni extraconiugali con alcuni uomini che vivono nell’isola dei Caraibi in cui è sepolta sua madre.

Prima di dare la direttiva di non pubblicarlo, Márquez espresse comunque in più occasioni una volontà opposta. Per esempio nel 1999 aveva letto alcuni brani del romanzo in un evento pubblico a Madrid a cui aveva partecipato anche l’autore portoghese José Saramago. Peraltro nello stesso anno alcuni estratti di Ci vediamo in agosto erano stati pubblicati su alcune testate, come il quotidiano spagnolo El País e la rivista statunitense New Yorker.

Nel 2010 Márquez inviò una bozza del manoscritto alla sua agente dell’epoca, Carmen Balcells, che successivamente ne affidò la curatela a Cristóbal Pera, l’editor che si era occupato della revisione di Memoria delle mie puttane tristi. Pera ha raccontato che, nel 2011, quando Márquez aveva già diversi vuoti di memoria, lo contattò per dirgli che a suo parere il romanzo andava pubblicato: Márquez rifiutò, spiegando che in quel punto della sua vita non avesse «bisogno di fare uscire nient’altro».

I figli hanno specificato che, comunque, Ci vediamo in agosto è da considerare un romanzo minore nella produzione di Márquez, non paragonabile a opere come Cent’anni di solitudine e L’amore ai tempi del colera. Per questo motivo, Rodrigo García Márquez teme che lui e i suoi fratelli possano essere percepiti come «avidi», e che i lettori possano pensare che Ci vediamo in agosto sia stato pubblicato solo per ricavare un ulteriore vantaggio economico dall’eredità letteraria del padre.

Quando decisero di pubblicarlo, Rodrigo García Márquez e i suoi fratelli dovettero scegliere tra cinque diverse cartelle che contenevano altrettante versioni del romanzo scritte dal padre: alla fine optarono per quella intitolata «Gran OK final», datata luglio 2004.

Hanno anche assicurato che si tratta dell’ultimo romanzo del padre: dopo Ci vediamo in agosto non pubblicheranno nient’altro, anche perché Márquez aveva l’abitudine di distruggere tutti i manoscritti incompiuti.