Alla fine il governo ha restituito alla città di Firenze 55 milioni di euro del PNRR che potrà usare per ristrutturare lo stadio

Lo stadio Artemio Franchi, a Firenze (Daniela Porcelli / SPP-JP)
Lo stadio Artemio Franchi, a Firenze (Daniela Porcelli / SPP-JP)

Martedì il sindaco di Firenze Dario Nardella ha comunicato che al comune sono stati riassegnati 55 milioni di euro di fondi del PNRR (il piano di investimenti dell’Unione Europea per aiutare i paesi membri a uscire dalla crisi causata dalla pandemia): il governo glieli aveva tolti perché il comune aveva previsto di usarli per riqualificare il piuttosto malmesso stadio della città, l’Artemio Franchi, ma l’opera era stata giudicata inammissibile dalla Commissione europea.

L’amministrazione locale aveva sempre sostenuto di poter comunque ricevere i fondi per destinarli ad altre opere coerenti con il PNRR, il che avrebbe potuto liberare corrispondenti risorse comunali da destinare allo stadio. Il governo ha infine accettato, e in un decreto-legge sui fondi del PNRR pubblicato sabato ha riassegnato la quota complessiva di 157 milioni di euro alla città di Firenze, che contiene anche i 55 milioni che le erano stati decurtati in precedenza.

Quei 55 milioni di euro erano solo una quota del costo della riqualificazione dello stadio, che dovrebbe attestarsi a poco più di 200 milioni, di cui 151 arrivano dal Piano nazionale complementare (PNC), un fondo pagato dallo Stato per realizzare progetti integrativi rispetto a quelli del PNRR. Per rispettare le scadenze dei fondi pubblici la ristrutturazione dovrà essere terminata entro il 2028 (la scadenza è stata recentemente spostata di due anni, la precedente era fissata al 2026).

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