A partire da marzo la Russia vieterà per sei mesi le esportazioni di benzina

una petroliera vicino a un complesso industriale
Una petroliera attraccata a una grande raffineria a Novorossiysk, in Russia (AP Photo, File)

A partire dal prossimo 1° marzo la Russia vieterà per sei mesi le esportazioni di benzina: il governo ha giustificato la decisione dicendo che servirà a evitare un aumento dei prezzi legato alla crescita stagionale della domanda interna di benzina. La decisione è stata confermata da una portavoce del vice primo ministro Alexander Novak.

La Russia è uno dei principali produttori di petrolio e dei suoi derivati: nel 2023 ha prodotto 43,9 milioni di tonnellate di petrolio e ne ha esportate 5,76, diventando il secondo esportatore al mondo dopo l’Arabia Saudita. Le esportazioni sono dirette principalmente verso paesi africani come la Nigeria, la Libia e la Tunisia.

Il divieto annunciato martedì non riguarderà alcuni paesi alleati della Russia, fra cui Bielorussia, Kazakistan e Turkmenistan. Un divieto simile era entrato in vigore a settembre, ed era stato revocato a novembre: allora era stato visto come un modo per mettere in difficoltà i paesi europei. Dall’inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha usato in varie occasioni il proprio potere nel mercato energetico come strumento per fare pressioni sui governi occidentali, contribuendo a far salire i prezzi e a provocare crisi energetiche.

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