Sono stati confermati i primi casi di influenza aviaria in Antartide
È stato confermato che alcuni uccelli sono morti in Antartide per l’influenza aviaria causata dal virus H5N1. È la prima volta che il virus viene identificato nel continente più a sud del mondo, ed è considerato un segnale molto preoccupante per le sorti delle colonie di pinguini e di foche che ci vivono. Gli uccelli morti sono stercorari antartici e vivevano vicino alla base Primavera dell’Esercito argentino, sulla penisola antartica. La diffusione del virus non è invece ritenuta preoccupante per le persone.
Secondo un rapporto di un gruppo di scienziati dell’Organizzazione mondiale della sanità animale (WOAH) e della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, in Antartide gli effetti negativi dell’H5N1 potrebbero essere «immensi»: nel rapporto, pubblicato a dicembre, si ricorda infatti che sia le foche sia gli uccelli della regione vivono in colonie di migliaia o centinaia di migliaia di individui, e dunque in gruppi particolarmente esposti alla diffusione di una malattia contagiosa. Per questo si teme un disastro ecologico.
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L’epidemia di influenza aviaria in corso è cominciata tra il 2020 e il 2021 e finora ha causato non solo la morte di milioni di uccelli selvatici e da allevamento, ma anche migliaia di contagi tra i mammiferi, compresi alcuni esseri umani. La situazione è tenuta sotto controllo dalle principali organizzazioni sanitarie internazionali, che stanno osservando anche alcune specie di animali selvatici che in passato erano meno vulnerabili alle epidemie di influenza aviaria.
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