Negli Stati Uniti ci sono troppe banconote da 100 dollari

Sono le più diffuse in assoluto, anche più di quelle da 1 dollaro: e con i pagamenti digitali inizia a essere difficoltoso farsele accettare dai commercianti

Una foto di banconote da 100 dollari statunitensi
(AP Photo/Karel Navarro)
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Negli Stati Uniti, soprattutto nelle grandi città, molte persone non sanno più bene cosa fare delle banconote da 100 dollari, il taglio più grande ancora emesso dalla banca centrale (ci sono anche banconote di taglio superiore in circolazione, ma non ne vengono più emesse delle nuove). Un articolo del Wall Street Journal racconta che con l’uso diffuso dei pagamenti elettronici sono accettate sempre più malvolentieri dai commercianti, che devono dare il resto e soprattutto devono controllarne ogni volta l’autenticità.

Accettare le banconote di taglio grande, soprattutto per i piccoli pagamenti, è un fastidio per i commercianti di tutto il mondo (tranne per gli evasori o i criminali), ma lo è specialmente per quelli statunitensi, perché contrariamente a quanto si potrebbe pensare le banconote da 100 dollari sono il taglio in assoluto più diffuso negli Stati Uniti: sono 18,5 miliardi, un terzo di tutte quelle in circolazione, e sono più che raddoppiate tra il 2021 e il 2022. Sono anche più diffuse delle forse più iconiche e note banconote da 1 dollaro, che sono il secondo taglio più comune con 14,3 miliardi di unità in circolazione.

Il motivo per cui sono diventate così diffuse è che entrano in circolazione molto più velocemente di quanto ne escono: la banca centrale emette nuove banconote, ma poi le persone faticano a spenderle.

Da una parte la Federal Reserve, la banca centrale statunitense, continua a produrne in gran quantità: quest’anno ne saranno stampate circa 1,6 miliardi di unità. E questo perché la FED sta aggiustando con un po’ di ritardo la produzione rispetto alle nuove tendenze nei pagamenti. Dalla pandemia in avanti, come nel resto del mondo, i pagamenti elettronici sono diventati più diffusi e secondo gli ultimi dati ormai il 60 per cento dei pagamenti che avvengono negli Stati Uniti sono fatti in modalità elettronica: oggi il contante è il terzo metodo di pagamento più utilizzato per numero di transazioni, dopo le carte e i pagamenti digitali (per esempio tramite smartphone).

Questo rende le banconote di taglio alto sempre meno utilizzate, e da tempo gli economisti chiedono alla FED di ridurne la diffusione: anche perché i tagli grandi sono sempre molto utili per le attività criminali, che li preferiscono per movimentare grandi somme di denaro senza spostare voluminose mazzette.

Le banconote da 100 fanno anche fatica a uscire dalla circolazione, ossia a finire gradualmente alle banche (tramite i depositi), che poi le rispediscono alla FED quando sono molto usurate. Il grosso taglio fa propendere le persone a usarle per mettere soldi da parte: è molto più pratico tener via un somma in banconote di taglio elevato: è la stessa ragione per cui sono usate anche dai criminali. Circolando meno si usurano più lentamente: secondo il Wall Street Journal una banconota da 100 può durare fino a 10 anni in più rispetto a una da 1 o da 5 dollari.

Nonostante il fastidio dei consumatori che fanno fatica a usarle, la grande diffusione delle banconote da 100 dollari potrebbe contribuire ai risparmi: secondo una ricerca condotta sugli studenti universitari, si sarebbe meno disposti a usare una banconota da 100 per fare compere rispetto a usare cinque banconote da 20. È un effetto psicologico definito “effetto taglio”, per cui appunto il taglio in cui si ha il denaro impatta sul desiderio di spenderlo.

Anche secondo i dati della FED, il contante è generalmente riservato agli acquisti più piccoli: i consumatori spendono in media 39 dollari quando pagano in contanti, rispetto ai 95 dollari quando pagano con carte di credito. Il fastidio di usare una banconota da 100 dollari, vista anche la riluttanza ad accettarla da parte dei commercianti, può portare le persone a spendere di meno e a risparmiare.