La procura di Catanzaro ha aperto un’indagine su un grosso giro di corruzione nel carcere della città

(ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
(ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

La procura di Catanzaro ha aperto un’indagine su un grosso sistema di corruzione all’interno del carcere “Ugo Caridi”, a Catanzaro, che avrebbe assicurato ai detenuti un trattamento di favore da parte degli agenti e dei funzionari del carcere. Tra le altre cose, i dipendenti del carcere avrebbero permesso l’ingresso di droga e telefoni e in alcuni casi avrebbero fatto uscire alcuni detenuti senza il permesso del magistrato di sorveglianza: tutto sarebbe avvenuto con l’obiettivo di agevolare i contatti tra i detenuti e le organizzazioni criminali all’esterno, e alimentarne in questo modo gli affari.

L’inchiesta ha coinvolto finora 76 persone: 38 di queste sono state sottoposte a misure cautelari, di cui 16 arrestate, 10 agli arresti domiciliari, 5 con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e 7 con la sospensione dall’esercizio delle funzioni che svolgono. Tra gli arrestati ci sono l’ex direttrice del carcere di Catanzaro, Angela Paravati, la comandante della polizia penitenziaria, Simona Poli, e l’assistente capo della polizia penitenziaria, Franco Cerminara, che sono anche accusati di aver favorito l’evasione di un detenuto.