Secondo il Wall Street Journal Israele avrebbe proposto all’Egitto un piano per evacuare i civili da Rafah, nella Striscia di Gaza

persone sedute fra le macerie a rafah
(AP Photo/Hatem Ali)

Lunedì il Wall Street Journal, un importante quotidiano statunitense, ha scritto che il governo israeliano avrebbe proposto a quello egiziano un piano per evacuare i civili da Rafah, l’ultima grande città della Striscia di Gaza che non è ancora stata attaccata via terra da Israele. L’articolo si basa su quanto riferito al giornale da alcuni funzionari egiziani, ma ufficialmente la proposta non è stata confermata né commentata da nessuna delle due parti. Martedì sera il capo di stato maggiore delle forze israeliane, Herzi Halevi, ha detto che ai civili «sarà permesso di evacuare» Rafah, ma che le modalità e le tempistiche con cui verrà fatto saranno decise «quando arriverà il momento».

A Rafah si sono rifugiati 1,4 milioni di palestinesi (più della metà della popolazione della Striscia), che hanno dovuto abbandonare le proprie case per via della guerra in corso da oltre quattro mesi tra Israele e Hamas. Diversi paesi, fra cui gli Stati Uniti, il principale alleato di Israele, hanno chiesto che un eventuale attacco contro Rafah tenga conto dell’ingente presenza di civili nell’area e preveda misure per proteggerli.

Il piano proposto da Israele all’Egitto prevede di evacuare i civili in circa 15 campi con 25mila tende ciascuno costruiti nella parte sud-ovest della Striscia di Gaza, lungo la costa. Le tende e gli ospedali da campo sarebbero finanziati dagli Stati Uniti e dai loro alleati arabi, e gestiti dall’Egitto.

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Il governo egiziano ha più volte ribadito di non essere disposto ad accogliere rifugiati palestinesi sul proprio territorio. L’Egitto ha recentemente spostato 40 carri armati e personale militare vicino al confine e ha ribadito, tramite vie diplomatiche, che riterrebbe Israele responsabile di una eventuale crisi umanitaria sul proprio territorio. L’Egitto ha amministrato la Striscia di Gaza dal 1948 al 1967.

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