Pizze, edicole, pigiama party e altri modi di promuovere la musica

Al Festival di Sanremo case discografiche e aziende stanno sperimentando nuovi metodi per farsi pubblicità fuori dal palco

La pizzeria temporanea che il rapper napoletano Geolier ha aperto a Sanremo, in occasione del Festival. (Stefania Carini)
La pizzeria temporanea che il rapper napoletano Geolier ha aperto a Sanremo, in occasione del Festival. (Stefania Carini)
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Quasi tutti i cantanti in gara a Sanremo stanno cercando visibilità con eventi collaterali alla musica: sono organizzati in spazi affittati per pochi giorni (cinque, quelli in cui si svolge il Festival) per organizzare gli incontri con la stampa con più tranquillità, interagire in modo diretto con il pubblico sul posto, creare occasioni di dibattito più distese e informali e far parlare della propria musica anche fuori dal palco, per esempio con brevi concerti improvvisati.

Nella maggior parte dei casi si tratta di iniziative commerciali promosse da grandi sponsor, che hanno tutto l’interesse a sfruttare l’immagine dei cantanti per mettere in mostra il loro marchio e i loro prodotti in una settimana come quella in cui si tiene il Festival di Sanremo, un evento che garantisce una visibilità senza pari in Italia.

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La logica è simile a quella dei “pop up store”, i punti vendita aperti per un breve periodo di tempo per generare interesse ed entusiasmo attorno a un marchio, facendo leva sull’estemporaneità dell’esperienza. Le attività di questi punti vendita sono presentate quasi sempre come “esclusive”, nel senso che vengono vendute edizioni limitate o personalizzate di prodotti o servizi che non si trovano in altri negozi.

Per esempio da martedì la trattoria Al Sessantuno, che si trova a poche centinaia di metri dal teatro Ariston di Sanremo, ha cambiato nome in “Geolier”, una pizzeria pop up dedicata al cantante napoletano Geolier, in gara al Festival: rimarrà aperta fino a sabato, il giorno della finale.

L’iniziativa è nata da una collaborazione tra Warner Music, la casa discografica di Geolier, e la società di consegne a domicilio Deliveroo. Negli ultimi tre giorni sono circolate molte foto del logo della pizzeria temporanea, che ritrae Geolier con una pizza margherita tra le mani sullo sfondo della sagoma del Vesuvio; i colori sono il bianco e l’azzurro, cioè quelli della squadra di calcio del Napoli, ma ricordano anche quelli della nota catena di ristoranti Sorbillo.

Le strade attorno alla pizzeria sono state addobbate per richiamare l’estetica tipica dei Quartieri Spagnoli, e le pizze sul menù hanno i nomi legati alla storia di Geolier e alle sue canzoni (per esempio una si chiama “Secondigliano”, il quartiere di Napoli dov’è nato, un’altra “Maradona”). Sull’insegna c’è un qr code che, una volta inquadrato, rimanda all’ascolto di “I p’ me, tu p’ te”, il brano con cui partecipa al Festival. Il servizio di consegna è svolto da Deliveroo, che sponsorizza l’evento e che negli stessi giorni ha aperto punti vendita simili anche a Roma, Napoli e Milano.

(Stefania Carini)

Ha avuto un’idea simile anche la rapper BigMama, il cui vero nome è Marianna Mammone, che ha aperto una rosticceria pop–up in Corso Garibaldi, la strada principale di Sanremo.

Lo spazio aperto da Ghali (Ghali Amdouni) e sponsorizzato dalla multinazionale svedese di arredamento Ikea si chiama invece “Casa Ghali”, un richiamo a “Casa mia”, la canzone con cui partecipa al festival.

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Anche Angelina Mango ha aperto uno spazio pop up: la “Noioteca”, chiamata così per ricordare la sua canzone “La noia”. Lo ha descritto come un luogo in cui «investire» la propria noia, dato che l’idea di fondo è concepirla come una moneta di scambio. All’ingresso si ricevono delle banconote finte il cui valore è contrassegnato in termini di quantità di tempo (cinque o dieci minuti), che possono essere barattate con alcuni oggetti.

C’è anche chi si è concentrato su iniziative più impegnate e di interesse pubblico. Dargen D’Amico (pseudonimo di Jacopo Matteo Luca D’Amico) e il gruppo editoriale e di divulgazione Tlon, in collaborazione con l’azienda di giocattoli danese Lego, hanno aperto un punto di ritrovo chiamato “Edicola Dargen”, in cui si tengono ogni giorno dibattiti dedicati al tema dell’immigrazione (di cui parla anche la canzone in gara di Dargen, “Onda alta”). Negli incontri sono stati coinvolte persone legate in vario modo al mondo del giornalismo e dell’impegno civile, come l’attivista e saggista Cecilia Strada e il reporter Valerio Nicolosi.

Per l’occasione Dargen ha anche chiesto al fumettista italo-argentino Daniel Cuello di scrivere e disegnare un fumetto in 5 puntate.

Alessandra Amoroso non ha allestito un proprio spazio in città, ma ha organizzato una serata di karaoke al Forte Santa Tecla, uno spazio espositivo che si trova sul lungomare di Sanremo. Per promuovere il suo singolo “Tuta gold”, Mahmood ha realizzato dei finti gratta e vinci che danno la possibilità di ottenere un gadget: la copia di un vecchio Nokia, un riferimento ai “cinque cellulari” di cui parla nella canzone. Ha anche allestito uno stand con dentro dei letti dove incontra i fan a tema con il suo prossimo disco, Nei letti degli altri, e giovedì sera ha organizzato un pigiama party dove ha incontrato il pubblico in vestaglia.

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Nelle scorse settimane aveva organizzato una campagna per promuovere il suo album Nei letti degli altri, scrivendo alcuni versi delle nuove canzoni su alcuni materassi posizionati in varie zone di Milano, Roma e Napoli.

Anche se mai come quest’anno, non è la prima volta che i musicisti del Festival organizzano iniziative fuori dal palco per promuoversi e farsi conoscere: per esempio l’anno scorso il cantante Marco Mengoni aveva aperto il “Lido Mengoni”, un’area ricreativa per organizzare incontri con i fan e con la stampa.

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