L’Italia aveva già sospeso i finanziamenti all’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi dopo il 7 ottobre, ha detto Tajani

donne e bambini palestinesi davanti alla sede dell'UNRWA a Gaza
(AP Photo/Khalil Hamra)

Venerdì gli Stati Uniti avevano annunciato di aver sospeso i finanziamenti all’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), dopo che Israele aveva accusato alcuni dipendenti dell’agenzia di essere stati coinvolti nel violento attacco compiuto da Hamas contro Israele lo scorso 7 ottobre: dopo questo annuncio, sabato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha detto che l’Italia aveva invece già sospeso i finanziamenti all’UNRWA subito dopo l’attacco del 7 ottobre, che ha dato inizio alla guerra in corso. È comunque una novità, dato che almeno pubblicamente finora non se n’era saputo niente. Per ora Tajani non ha specificato le ragioni per cui l’Italia avesse già deciso di sospendere i finanziamenti all’UNRWA.

L’UNRWA fornisce assistenza umanitaria ai rifugiati palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza, in Giordania, Libano, Siria e Cisgiordania. È stata spesso criticata sia da Israele che da alcuni politici statunitensi conservatori, secondo cui le attività umanitarie svolte dall’agenzia sarebbero in realtà sfruttate o controllate dal gruppo radicale palestinese Hamas, che governa la Striscia di Gaza dal 2007 e con cui Israele è attualmente in guerra.

Dopo la decisione degli Stati Uniti Philippe Lazzarini, il direttore dell’UNRWA, ha detto che i dipendenti coinvolti nelle accuse sono stati immediatamente licenziati, e che è stata avviata un’indagine per accertarne le eventuali responsabilità. Lazzarini ha ricordato che l’agenzia fornisce assistenza a «più di due milioni di persone» nella Striscia di Gaza. Nel corso della guerra tra Israele e Hamas sono stati uccisi circa 150 dipendenti dell’agenzia, molti dei quali palestinesi.

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