In Iran sono state liberate le due giornaliste che erano state condannate per aver raccontato la morte di Mahsa Amini

Mohammadi (a sinistra) e Hamedi dopo la liberazione (EPA/SHARGH NEWS DAILY ONLINE/SAHAND TAKI)
Mohammadi (a sinistra) e Hamedi dopo la liberazione (EPA/SHARGH NEWS DAILY ONLINE/SAHAND TAKI)

Domenica in Iran sono state scarcerate dopo il pagamento di una cauzione le giornaliste iraniane Niloofar Hamedi ed Elaheh Mohammadi, condannate per aver raccontato il caso di Mahsa Amini, la donna che era morta in carcere a settembre del 2022 in circostanze poco chiare, innescando enormi proteste in tutto il paese. Hamedi e Mohammadi hanno fatto ricorso contro le loro condanne e resteranno fuori dal carcere finché un tribunale non si sarà espresso sul ricorso.

Erano state condannate per diversi reati collegati alla loro copertura giornalistica della storia di Amini, tra cui l’accusa di aver collaborato con il governo statunitense (sette anni a Hamedi e sei a Mohammadi) e di aver agito contro la sicurezza nazionale (cinque anni per entrambe). Avevano poi subito un’altra condanna a un ulteriore anno di carcere per «propaganda contro la Repubblica islamica dell’Iran».

Amini, che aveva 22 anni, era morta in carcere dopo essere stata arrestata perché non indossava correttamente il velo islamico, o hijab, come prescritto dalle leggi iraniane: il regime iraniano aveva attribuito la sua morte a cause naturali, ma è ritenuto molto probabile che fosse stata invece causata dalla violenza della polizia. Hamedi in particolare era stata la giornalista che per prima aveva reso pubblica la storia, e da lì nel paese erano iniziate e andate avanti per mesi eccezionali e trasversali proteste contro il regime, che aveva risposto con una dura repressione.

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