Il Ciad ha approvato una nuova Costituzione, con un referendum voluto dalla giunta militare e molto contestato

(AP Photo/Michel Euler, File)
(AP Photo/Michel Euler, File)

Domenica in Ciad, un paese dell’Africa centrale, è stata approvata con un referendum una nuova Costituzione: ha votato a favore l’83 per cento delle persone che sono andate a votare (cioè circa il 64 per cento degli aventi diritto), ma la campagna elettorale era stata segnata da arresti, intimidazioni e minacce verso i politici dell’opposizione alla giunta militare guidata dal generale Mahamat Idriss Déby Itno, al potere dal 2021. Gran parte della società civile e dell’opposizione, molto frammentata, aveva chiesto che il referendum fosse boicottato: secondo i critici infatti la nuova Costituzione permetterà di accentrare ulteriormente i poteri sulla giunta militare.

Il generale Mahamat Idriss Déby Itno è il figlio Idriss Déby, l’ex presidente del paese ucciso in circostanze poco chiare il giorno dopo un’elezione presidenziale che l’aveva confermato per l’ennesima volta alla guida del paese con quasi l’80 per cento dei voti, nell’aprile del 2021. Il figlio aveva preso il suo posto sostenuto dell’esercito, aveva sciolto il parlamento, sospeso la Costituzione e promesso di guidare un governo di transizione per 18 mesi, fino a nuove elezioni. Da allora però ha adottato una serie di provvedimenti per ritardarle fino al 2024, oltre a misure che gli permetteranno di candidarsi.

La nuova Costituzione è per la verità piuttosto simile a quella sospesa nel 2021, ma va contro la trasformazione del Ciad in uno stato federale che avevano chiesto le opposizioni alla giunta: il Ciad rimarrà quindi uno stato unitario dove la maggior parte del potere è concentrato nel capo dello Stato. Il Ciad è considerato un paese non libero, ma è un forte alleato dell’Occidente, soprattutto di Francia e Stati Uniti, e ha contribuito in molte circostanze alle azioni di antiterrorismo nella regione del Sahel e in Nigeria contro il gruppo islamista Boko Haram.