Minnie Chan, giornalista di Hong Kong che lavora per il South China Morning Post, è scomparsa da più di un mese: si teme che possa essere stata arrestata dalle autorità cinesi

(Twitter/BBC)
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Da più di un mese non si hanno notizie di Minnie Chan, giornalista di Hong Kong che lavora per il quotidiano South China Morning Post (SCMP), di proprietà della multinazionale cinese Alibaba. A fine ottobre Chan era andata a Pechino, la capitale della Cina, per seguire il forum di Xiangshan, un convegno internazionale incentrato sui temi della sicurezza e della difesa: da allora si erano perse le sue tracce. La scomparsa di Chan è stata denunciata inizialmente dal giornale giapponese Kyodo News, che giovedì scorso aveva scritto una mail alla redazione del SCMP per ottenere rassicurazioni. Il SCMP aveva risposto che, attualmente, Chan si trova in «congedo personale» e di aver saputo dalla sua famiglia che avrebbe bisogno di tempo per «gestire una questione privata», senza però rivelare ulteriori dettagli.

Il timore più diffuso è che Chan possa essere stata arrestata dalle autorità cinesi: l’associazione Reporter Senza Frontiere (RSF) ha detto di essere «molto preoccupata» per la notizia della scomparsa di Chan, e ha esortato Pechino a «rivelare immediatamente dove si trova e, nel caso in cui sia incarcerata, a procedere alla sua liberazione immediata». Ha parlato della scomparsa di Chan anche la ong Committee to Protect Journalists, che si occupa di tutela della libertà di stampa, chiedendo alle autorità cinesi di «rivelare immediatamente la sua posizione e garantire la sua sicurezza». Anche l’Associazione dei giornalisti di Hong Kong ha espresso preoccupazione per la sicurezza di Chan, e ha chiesto al SCMP di fornire ulteriori informazioni.

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Le preoccupazioni per la sicurezza di Chan sono rafforzate dal fatto che, negli ultimi anni, diversi giornalisti sono stati arrestati dalle autorità cinesi mentre svolgevano il proprio lavoro: ad esempio, a ottobre la conduttrice televisiva australiana Cheng Lei era stata liberata dal governo dopo una detenzione durata più di tre anni: era stata arrestata con accuse di spionaggio nel 2020, in un momento di forti tensioni tra Australia e Cina.