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  • Mercoledì 29 novembre 2023

Il governo ha salvato dalla chiusura l’azienda che cura i “bambini farfalla”

La fondazione Enea Tech e Biomedical acquisirà Holostem evitando il licenziamento dei ricercatori e la fine delle terapie sperimentali

Colonie di cellule epiteliali ottenute da cellule staminali (Holostem)
Colonie di cellule epiteliali ottenute da cellule staminali (Holostem)
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Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha annunciato che la fondazione Enea Tech e Biomedical acquisirà Holostem, una delle aziende di ricerca medica e farmacologica più all’avanguardia in Italia che rischiava di chiudere perché rimasta senza risorse economiche. Holostem si trova a Modena, è un grande laboratorio di ricerca nato da una collaborazione tra l’Università di Modena e Reggio Emilia, la multinazionale farmaceutica Chiesi Farmaceutici, Michele De Luca e Graziella Pellegrini, che da oltre 30 anni studiano l’utilizzo delle cellule staminali per sviluppare terapie dedicate soprattutto alla cura di malattie rare.

De Luca e Pellegrini si sono concentrati in particolare sulla cura dell’epidermolisi bollosa, conosciuta anche con l’acronimo EB o con il nome di “sindrome dei bambini farfalla”, una malattia genetica rara e molto invalidante che provoca lesioni e lacerazioni sulla pelle, sintomi che possono essere causati da una lieve frizione o possono comparire persino spontaneamente. Un’altra cura sviluppata da Pellegrini e De Luca si chiama Holoclar e consiste in un trattamento con cellule staminali per sostituire le cellule danneggiate sulla superficie della cornea, la membrana trasparente che riveste l’iride, la parte colorata dell’occhio.

Semplificando molto, la tecnica scoperta consiste nel prelevare cellule malate dal paziente, modificare i geni che causano la malattia, utilizzare le cellule corrette per far crescere un nuovo tessuto e innestarlo nuovamente, infine, sul paziente. Negli ultimi anni Pellegrini e De Luca hanno continuato gli studi sperimentali sulla terapia e hanno ottenuto le autorizzazioni necessarie a estenderla su larga scala: è una procedura molto complessa, per cui servono anni di ricerche e lavoro.

Per anni Holostem, i cui costi complessivi vanno da 8 a 10 milioni di euro all’anno, era stata sostenuta dall’azienda Chiesi Farmaceutici, che tuttavia lo scorso anno aveva comunicato la volontà di uscire dalla società. Chiesi Farmaceutici, il cui fatturato nel 2022 era di 2,7 miliardi di euro, aveva messo a disposizione 17 milioni di euro per il periodo di transizione.

Negli ultimi mesi si era fatta avanti la fondazione Enea Tech e Biomedical, creata dal governo nel 2020 per «sostenere la sperimentazione pre-clinica e clinica». Tuttavia per settimane il ministero non aveva autorizzato l’acquisizione, e il rischio di chiusura di Holostem aveva ricevuto grandi attenzioni sui giornali nazionali. Il primo dicembre sarebbe stata avviata la procedura di licenziamento per i dipendenti di Holostem. Mercoledì 29 novembre, intervenendo alla Camera, Urso ha confermato che i problemi sono stati risolti e che Holostem sarà acquisita dalla fondazione Enea Tech e Biomedical. Sono tre le condizioni richieste: l’ingresso in Holostem di un management qualificato, l’elaborazione di un piano industriale entro 6 mesi per contenere i costi e incrementare il fatturato, l’impegno a trovare nuovi investitori privati e partner istituzionali.