Il processo contro il rapper Young Thug

Un celebre cantante hip hop americano è a processo per aver fatto parte di una gang, e l’accusa vuole inserire i suoi testi tra le prove

(Arvin Temkar/ AP)
(Arvin Temkar/ AP)
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Lunedì ad Atlanta, in Georgia, inizia il processo contro il rapper statunitense Jeffery Lamar Williams, conosciuto con il nome d’arte di Young Thug, uno dei più famosi della sua generazione e autore di dischi che sono arrivati in cima alle classifiche, ma incarcerato da un anno e mezzo. Era stato arrestato nel maggio del 2022 assieme ad altre 20 persone legate alla sua etichetta, la YSL (acronimo di Young Stoner Life) Records, con l’accusa di avere violato il Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act (RICO), una celebre legge nata negli anni Settanta per contrastare i gruppi mafiosi attivi all’epoca, e da allora utilizzata contro il crimine organizzato e le associazioni a delinquere.

Secondo il procuratore distrettuale della contea di Fulton Fani Willis, Young Thug avrebbe contribuito a fondare la Young Slime Life, una gang criminale molto attiva ad Atlanta. Il processo è particolarmente atteso e arriva dopo una vicenda ampiamente commentata, sia per la notorietà di Young Thug, sia per la lunga durata della detenzione preventiva, sia per alcune grosse implicazioni che tirano in mezzo la libertà d’espressione negli Stati Uniti.

Il procuratore Willis ritiene di avere a disposizione diversi elementi che dimostrerebbero il coinvolgimento di Young Thug nelle attività della Young Slim Life: ad esempio, sostiene che abbia minacciato una guardia di sicurezza con una pistola, fatto in più occasioni una specie di saluto segreto che i membri della gang utilizzerebbero per riconoscersi tra loro e promosso le attività del gruppo attraverso la sua musica. Inoltre, secondo Willis, anche il nome dell’etichetta sarebbe un riferimento al gruppo criminale: a suo dire infatti l’acronimo YSL indicherebbe proprio la Young Slim Life.

Willis sostiene che, a partire dal 2012, i membri della gang abbiano commesso diversi illeciti penali nell’area di Cleveland Avenue, ad Atlanta, tra cui omicidio, aggressione, rapina, furto, possesso illegale di armi e possesso e vendita illegali di sostanze stupefacenti. L’accusa più grave riguarda l’omicidio di Donovan Thomas Jr., che secondo Willis era a capo di una gang che contendeva il dominio del territorio alla Young Slim Life. Cinque membri dell’organizzazione sono direttamente accusati dell’omicidio, mentre Young Thug è accusato di aver noleggiato l’auto utilizzata per commetterlo.

Ma negli ultimi mesi diversi esperti hanno criticato l’orientamento adottato dall’accusa, che ritiene di potere considerare i testi di alcune canzoni di Young Thug come prove dell’esistenza di una gang criminale. In tanti ritengono che questo genere di supposizioni violi la libertà di espressione protetta dal Primo Emendamento. L’avvocata Dina LaPolt, che nel corso della sua carriera ha difeso diversi musicisti in cause che avevano come oggetto la tutela della libertà d’espressione, ha definito la linea dell’accusa «razzista».

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LaPolt ha ribadito come il racconto esplicito della vita di strada, compresa la criminalità, sia una delle caratteristiche tipiche del rap sin dalla nascita del genere. Di conseguenza, a suo avviso interpretare questi testi in maniera letterale rappresenterebbe una pratica discriminatoria. LaPolt ha inoltre ricordato come canzoni che appartengono a generi diversi rispetto al rap non siano mai state utilizzate come prove all’interno di un processo. Per semplificare, ha citato l’esempio di  un verso di “Folsom Prison Blues”, una delle canzoni più famose di Johnny Cash, che recita «I shot a man in Reno, just to watch him die» («Ho sparato a un uomo a Reno solo per vederlo morire»), sottolineando come l’autore non sia mai stato accusato di omicidio per questo motivo.

A questo proposito Brian Steel, uno degli avvocati di Young Thug, ha sostenuto che i testi dovrebbero essere utilizzati all’interno del processo solo se «specificamente legati» a ipotesi di reato, e che qualsiasi altro utilizzo dovrebbe essere ritenuto discriminatorio e inammissibile. Il procuratore Mike Carlson ritiene invece che i testi siano degli elementi di prova ammissibili, perché nel caso di Young Thug non sarebbero utilizzati per limitare la sua libertà di espressione, ma «per dimostrare la natura della Young Slim Life come attività di racket e i suoi obiettivi in quanto gang criminale di strada»: secondo la sua interpretazione, un uso probatorio di questo tipo non violerebbe il Primo Emendamento.

Anche la detenzione di Young Thug ha degli aspetti controversi: si trova in regime di custodia cautelare dal momento dell’arresto, quindi da un anno e mezzo, e le istanze che il suo team legale ha presentato nell’ultimo anno per ottenere la liberazione su cauzione sono state tutte respinte. Il giudice Ural Glanville sostiene infatti che interrompere la custodia di Young Thug possa rappresentare «un rischio significativo per la comunità». A luglio Steel aveva sostenuto durante un’udienza che vietare la liberazione su cauzione del suo cliente fosse ingiusto: aveva sottolineato come le obiezioni sollevate da Glanville sarebbero inconsistenti, e che i problemi di salute del suo assistito fossero tali da renderlo inoffensivo.

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Nell’ultimo anno e mezzo la questione dell’utilizzo dei testi rap all’interno dei procedimenti penali è stata dibattuta negli Stati Uniti, e in alcuni stati americani questa discussione ha portato all’approvazione di provvedimenti a garanzia dei musicisti. Nel settembre del 2022 il governatore della California Gavin Newsom aveva firmato una legge che limitava l’utilizzo di testi rap all’interno dei procedimenti penali. Il mese successivo un giudice della California settentrionale aveva annullato le condanne per omicidio di due uomini neri, stabilendo che l’uso da parte dell’accusa di testi rap, scritti diversi anni prima dell’omicidio in questione, aveva probabilmente fuorviato la decisione della giuria introducendo dei pregiudizi razziali. Inoltre, quest’anno il governatore democratico della Louisiana ha convertito in legge il “Restoring Artistic Protection Act”, che proibisce che «l’espressione creativa o artistica» di un imputato possa essere utilizzata come prova all’interno di un processo.

Young Thug ha 32 anni, ed è uno dei rapper più famosi della sua generazione, considerato particolarmente originale e influente nello sviluppo della scena hip hop di Atlanta dell’ultimo decennio, quella in cui è emersa la musica trap. Iniziò a farsi conoscere nel 2011, collaborando con artisti come Rich Homie Quan e Gucci Mane, e acquisì una certa notorietà a partire dal 2014, con la pubblicazione di singoli di successo come “Stoner” e “Danny Glover”. Nel 2019 vinse il Grammy Award per la canzone dell’anno per “This Is America”, che scrisse insieme al rapper Childish Gambino (nome d’arte di Donald Glover) e al produttore discografico svedese Ludwig Emil Tomas Göransson. Nel corso della sua carriera ha collaborato con artisti di fama internazionale come Camila Cabello, Travis Scott e Drake.

Business is Business, l’album che aveva pubblicato dal carcere durante la scorsa estate, aveva raggiunto la prima posizione della Billboard Hot 100, una delle più celebri classifiche musicali americane, dopo pochissimi giorni dall’uscita. Assieme a lui erano stati arrestati anche i due colleghi Gunna (Sergio Giavanni Kitchens) e Yak Gotti (Deamonte Kendrick).