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  • Giovedì 16 novembre 2023

Il severo “pacchetto sicurezza” approvato dal governo

Include tre disegni di legge che prevedono nuovi reati, aumentano alcune pene e permettono agli agenti di girare armati fuori servizio

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi alla conferenza stampa di presentazione dei disegni di legge (Mauro Scrobogna/LaPresse)
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi alla conferenza stampa di presentazione dei disegni di legge (Mauro Scrobogna/LaPresse)
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Giovedì il Consiglio dei ministri ha approvato un “pacchetto sicurezza” che contiene tre disegni di legge, di cui uno prevede più «tutele» per le forze dell’ordine, un altro il riordino della polizia locale, e un altro ancora diversi aumenti di pena e l’introduzione di due nuovi reati: la rivolta in carcere e i blocchi stradali. Tra le altre cose il disegno di legge sulle forze dell’ordine, se entrerà in vigore, permetterà loro di portare con sé un’arma diversa da quella di ordinanza quando non sono in servizio, senza licenza, cosa che ha già suscitato proteste tra i partiti di opposizione che hanno parlato di «Far West».

Attualmente uno dei due nuovi reati, il blocco stradale, è un illecito amministrativo: il governo intende farlo diventare reato «nel momento in cui [la fattispecie] risulti particolarmente offensiva ed allarmante, sia per la presenza di più persone sia per il fatto che sia stata promossa e organizzata preventivamente». Il riferimento chiaro è alle azioni di protesta dei gruppi ambientalisti.

Per l’approvazione definitiva i disegni di legge dovranno passare in parlamento, dove però i partiti al governo hanno una larga maggioranza. Se venisse approvato, saranno anche aumentate le pene da 2 a 6 anni per chi truffa le persone anziane e verranno introdotte sanzioni per chi «impiega minori nell’accattonaggio». Inoltre non sarà più obbligatorio il differimento della pena per le donne condannate incinte o madri di figli fino a tre anni: è evidente che nelle intenzioni del governo queste ultime due misure abbiano come principale obiettivo una categoria specifica, le persone di etnia rom.

– Leggi anche: Com’è la vita delle madri detenute in Italia

Oltre alla possibilità di portare un’arma diversa da quella di ordinanza, le “tutele” per le forze dell’ordine previste dal disegno di legge consistono anche in un aumento della pena per chi commette reati come violenza, minaccia, resistenza e lesioni nei confronti di un agente di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria. Viene anche aumentata la pena «per chi imbratta beni mobili o immobili» di proprietà delle forze di polizia.