A Taiwan i due principali partiti di opposizione presenteranno un candidato unico alle elezioni presidenziali

Hou Yu-ih, candidato alle elezioni presidenziali del Kuomintang, principale partito di opposizione del paese (AP Photo/Chiang Ying-ying)
Hou Yu-ih, candidato alle elezioni presidenziali del Kuomintang, principale partito di opposizione del paese (AP Photo/Chiang Ying-ying)

I due principali partiti di opposizione di Taiwan hanno annunciato che presenteranno un candidato unico alle elezioni presidenziali del prossimo 13 gennaio. Il Kuomintang, il più grande partito conservatore del paese, e il Partito Popolare di Taiwan, partito di centro e terzo più votato alle ultime elezioni del 2020, hanno fatto sapere che annunceranno il candidato il 18 novembre, sulla base dei risultati di un sondaggio iniziato la scorsa settimana e ancora in corso. Il Kuomintang ha candidato Hou Yu-ih, attuale sindaco della città di Nuova Taipei ed ex capo della polizia, mentre il Partito Popolare di Taiwan ha candidato Ko Wen-je, ex sindaco della capitale Taipei e fondatore del partito.

Al momento alle elezioni è nettamente favorito il partito attualmente al governo, il Partito Democratico Progressista, che ha candidato il vicepresidente in carica Lai Ching-te (per legge la presidente Tsai Ing-wen, in carica da due mandati, non si può candidare a un terzo). Un candidato unico di Kuomintang e Partito Popolare di Taiwan sembra l’unico modo per le opposizioni di avere una qualche possibilità di vincere le elezioni.

Al centro del dibattito elettorale c’è tra le altre cose la questione dei rapporti che Taiwan dovrebbe avere con il governo cinese. L’isola di Taiwan è di fatto uno stato indipendente ma la Cina la rivendica come un proprio territorio, e negli ultimi anni le relazioni tra i due paesi sono molto peggiorate. Il partito della presidente Tsai Ing-wen rivendica in maniera piuttosto assertiva l’autonomia di Taiwan, mentre sia il Kuomintang che il Partito Popolare di Taiwan ritengono necessario mantenere rapporti stretti o per lo meno amichevoli con la Repubblica Popolare cinese, pur non sostenendo la necessità di una riunificazione, ipotesi che è molto impopolare fra i cittadini di Taiwan.