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  • Giovedì 2 novembre 2023

Gli strani malori tra gli operatori del 118 a Bologna

Negli ultimi mesi ce ne sono stati 7, tutti molto simili: dopo le analisi del sangue è stato ipotizzato un avvelenamento

118 bologna
La centrale operativa del 118 Emilia Est a Bologna (118 Emilia Est)
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Negli ultimi quattro mesi sette persone che lavorano nella centrale operativa del 118 Emilia Est, che gestisce i soccorsi nelle province di Bologna, Ferrara e Modena, hanno accusato malori con sintomi quasi identici: svenimenti seguiti da vertigini e stato confusionale con forti dolori allo stomaco. Si sono sentiti male alcuni operatori e un medico che fanno parte della centrale operativa, in tutto sette persone. Oltre a loro hanno accusato malori anche due elicotteristi (ma non mentre erano in volo). Due operatori sono stati portati al pronto soccorso del vicino ospedale Maggiore. L’ultimo episodio risale a pochi giorni fa.

L’azienda sanitaria ha fatto un’indagine interna per provare a capire le cause dei malori e nei giorni scorsi ha presentato un esposto alla procura di Bologna, che ora è chiamata a indagare su questa serie di collassi così anomala (l’indagine della procura però non è ancora stata formalmente aperta).

Nella centrale del 118 di Bologna lavora circa un centinaio di persone. Non è una centrale come tutte le altre, perché da decenni a Bologna vengono sperimentate procedure adottate nel resto d’Italia. Il primo giugno del 1990 da questa centrale operativa partì il servizio del 118 come unico numero di telefono per il soccorso sanitario. Nel 1992 il governo estese il modello organizzativo bolognese a tutte le altre province italiane. Ogni giorno gli operatori gestiscono migliaia di chiamate: dall’inizio dell’anno al primo novembre la centrale operativa ne ha ricevute 202mila.

In seguito ai primi malori la direzione della centrale operativa ha fatto alcune verifiche per indagare su eventuale inquinamento ambientale. È stata controllata l’acqua dei rubinetti e la qualità dell’aria condizionata. Sono state controllate le macchinette del caffè e delle merendine, che sono state staccate per evitare il consumo di bevande o alimenti potenzialmente contaminati. È stato avvertito il dipartimento di sanità pubblica dell’azienda sanitaria, che ha fatto verifiche su tutti gli ambienti di lavoro: non è emerso nulla di significativo. È stata valutata anche l’ipotesi di una malattia infettiva, poi esclusa.

Le analisi del sangue fatte agli ultimi operatori che si sono sentiti male hanno dato alcune prime risposte. In tutte è emersa la presenza di clotiapina, una sostanza che solitamente viene messa in commercio con il nome di Entumin: uno psicofarmaco utilizzato in caso di psicosi acute come schizofrenia, episodi deliranti, accessi maniacali e stati confusionali. Questo farmaco può essere assunto in compresse, in soluzione iniettabile o anche in gocce. Ha un effetto sedativo e riduce il livello di attività psichica e motoria, sintomi molto simili a quelli accusati dagli operatori.

L’azienda sanitaria ha preparato un esposto inviato alla procura di Bologna per indagare sul caso. All’esposto sono stati allegati i registri delle presenze del personale e le immagini registrate dal sistema di videosorveglianza. «Abbiamo fatto delle indagini di tipo ambientale nella struttura e queste indagini hanno dato esiti negativi rispetto a possibili fonti di inquinamento, per cui abbiamo investito del problema la magistratura per eventualmente accertare altri tipi di problemi», ha detto Paolo Bordon, direttore generale della centrale operativa. Anche se non ne ha parlato esplicitamente, le sue parole alludevano con ogni probabilità alla possibilità che i malori siano stati causati da un avvelenamento. «Non è compito nostro scoprire perché è successo, come e se c’è stata una mano terza in questa azione. Lo accerterà chi di dovere», ha aggiunto.

La centrale operativa non è accessibile se non con il badge personale che riporta le credenziali date a ogni dipendente: si sa con precisione chi entra, chi esce e sono tracciati anche diversi spostamenti interni.

Nelle ultime settimane i malori, le indagini interne e i sospetti hanno compromesso in parte il clima lavorativo. Bordon ha detto che c’è più inquietudine e un generale stato di agitazione. È stato attivato un servizio di supporto psicologico per cercare di tranquillizzare tutti gli operatori e per limitare l’impatto sulla qualità di un servizio essenziale.