La Corte suprema del Giappone ha dichiarato incostituzionale la legge che impone un intervento chirurgico alle persone trans che vogliano cambiare genere sui documenti

(AP Photo/Shizuo Kambayashi)
(AP Photo/Shizuo Kambayashi)

Mercoledì la Corte suprema del Giappone ha dichiarato incostituzionale la legge che impone un intervento chirurgico a chi voglia ottenere il cambio di genere sui propri documenti anagrafici (in Italia la stessa cosa è successa nel 2015). La legge che la Corte suprema ha dichiarato incostituzionale è del 2003: prevedeva che le persone trans che volessero cambiare il proprio genere sui documenti anagrafici dovessero avere una diagnosi di «disturbo dell’identità di genere» ed essere sottoposte a un intervento di riassegnazione chirurgica del sesso (secondo i dati ufficiali, ad oggi in Giappone circa 12mila persone hanno affrontato questa procedura). La legge era stata molto criticata da medici e organizzazioni per i diritti civili.

Secondo la Corte suprema la legge in questione è in contrasto con l’articolo 13 della Costituzione giapponese, che dice che tutti i cittadini devono essere rispettati come individui. Anche se formalmente non è obbligato a farlo, ci si aspetta che ora il parlamento giapponese riveda la legge, cosa che avrà un grosso impatto sulla vita delle persone trans nel paese. È la prima volta che la Corte suprema giapponese si pronuncia su questo tema, e in generale è piuttosto raro che dichiari una legge incostituzionale: nel 2019 c’era stata un’altra pronuncia, da parte di un tribunale di rango inferiore, che aveva invece definito la legge in linea con la Costituzione.