È stato trovato un accordo per la formazione del nuovo governo in Slovacchia

Robert Fico (AP Photo/Darko Bandic)
Robert Fico (AP Photo/Darko Bandic)

In Slovacchia è stato raggiunto un accordo per la formazione del nuovo governo: le elezioni dello scorso 30 settembre erano state vinte dal partito populista di ispirazione socialista Smer, guidato dal filorusso Robert Fico, ma senza i numeri sufficienti a governare in modo autonomo (aveva preso il 23,4 per cento dei voti). Come previsto Fico ha trovato un accordo con HLAS, una specie di versione di Smer più moderata fondata dall’ex primo ministro Peter Pellegrini, il terzo partito più votato con il 15 per cento dei voti. L’accordo include anche il Partito nazionale slovacco (SNS), conservatore e populista, che ha ottenuto il 5,7 per cento dei voti. Insieme, i tre partiti controllano 79 seggi del parlamento unicamerale slovacco, che ne ha 150.

Le elezioni in Slovacchia erano state osservate con molta attenzione in Europa per via delle posizioni di Fico, un politico assai controverso dato per favorito fin dall’inizio: Fico era già stato primo ministro tra il 2006 e il 2010 e tra il 2012 e il 2018, e da allora ha molto inasprito la sua retorica razzista e sessista e ha invece ammorbidito le sue posizioni sulla Russia, sostenendo in campagna elettorale di non voler inviare  «nemmeno una munizione» per aiutare l’Ucraina a difendersi dall’invasione russa.

La sua nomina a primo ministro viene vista con un certo timore dalle istituzioni dell’Unione Europea e dai paesi europei più impegnati a sostenere l’Ucraina: finora l’unico paese dell’Unione esplicitamente ostile a sostenerla con armi, sussidi e legittimazione politica era stata l’Ungheria, guidata dal primo ministro semi-autoritario Viktor Orbán.