I dirigenti di Fratelli d’Italia in Campania temevano che Giorgia Meloni venisse accolta male a Caivano

E quindi si erano organizzati in chat per portare persone che sembrassero «cittadini qualunque che accolgano Giorgia festanti»

(Alessandro Garofalo/LaPresse)
(Alessandro Garofalo/LaPresse)

Giovedì la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata in visita a Caivano, il comune nella città metropolitana di Napoli di cui si è parlato molto negli ultimi giorni per via delle accuse di stupro a diversi ragazzi del posto (il numero preciso non è ancora chiaro) ai danni di due bambine di 10 e 12 anni. In mattinata, prima che Meloni arrivasse, il Fatto Quotidiano ha pubblicato le foto di alcune chat su WhatsApp tra i dirigenti locali di Fratelli d’Italia, il partito di Meloni, che sembrano mostrare l’organizzazione a tavolino di un’accoglienza benevola nei confronti della presidente del Consiglio.

Dalla conversazione emerge in generale una certa preoccupazione per la presenza di eventuali contestatori di Meloni: l’obiettivo apparente è fare in modo che ci sia a bilanciarli un certo numero di persone sicuramente disposte ad applaudire e intonare cori in favore della presidente. Uno dei dirigenti nella chat invita gli altri a mobilitarsi per «portare persone ma non con simboli di partito», cioè senza che si capisca che sono militanti o simpatizzanti di Fratelli d’Italia. Poi aggiunge: «Le persone devono sembrare cittadini qualunque che accolgano Giorgia festanti anche per bilanciare eventuali contestatori (lì sarà pieno di Redditi di cittadinanza)». Il riferimento è al fatto che negli ultimi giorni nella zona di Napoli ci sono state diverse contestazioni per l’abolizione del reddito di cittadinanza.

I messaggi successivi nella chat contengono alcune raccomandazioni, evidentemente non molto efficaci, per evitare che l’organizzazione della folla benevola venga diffusa sui giornali. Il dirigente organizzatore chiede di non far circolare il messaggio «in questa forma» perché «altrimenti arriva ai giornalisti e sembra che la Meloni si fa organizzare la claque» (cioè un gruppo di persone reclutate appositamente per applaudire, dal gergo del teatro). Lo stesso dirigente consiglia agli altri di «fare la mobilitazione con chiamate dirette», in modo che non circolino messaggi tra troppe persone, e «organizzando macchine di fedelissimi».

La circolazione delle chat dei dirigenti locali di Fratelli d’Italia sui giornali ha prodotto anche qualche reazione imbarazzata da parte della sezione campana del partito. Il senatore e coordinatore di FdI in Campania, Antonio Iannone, parlando con l’agenzia Adnkronos ha negato di avere responsabilità sull’organizzazione della folla pro Meloni: «Quel messaggio è una resa infedele di ciò che intendevo raccomandare», ha detto Iannone, sostenendo di aver semplicemente raccomandato attraverso «colleghi parlamentari e presidenti provinciali» di non portare simboli di partito e «tenere un comportamento sobrio vista la circostanza tragica».

Alla fine Meloni a Caivano è stata accolta da una cinquantina di persone. Ci sono state alcune prevedibili contestazioni da parte di un gruppo che chiedeva soprattutto maggiori opportunità lavorative, ma anche applausi da un altro gruppo che urlava il suo nome, coprendo le contestazioni.

Le visite istituzionali di questo genere, che hanno più che altro un valore simbolico, sono solitamente organizzate in modo meticoloso per fare in modo che non ci siano intoppi: per esempio per evitare contestazioni eccessive. Non è quindi del tutto sorprendente che un partito chiami a raccolta i suoi sostenitori per garantire un’accoglienza benevola a un certo politico.

Durante la visita Meloni ha annunciato una serie di interventi con l’obiettivo di migliorare le condizioni di Caivano, un comune che ha da tempo problemi di criminalità e degrado. Gli interventi annunciati da Meloni riguardano in particolare una riqualificazione del quartiere Parco Verde in cui sarebbero avvenuti gli stupri.