L’imprenditore di criptovalute Sam Bankman-Fried è accusato anche di aver usato fondi rubati per creare un sistema di donazioni politiche

(Spencer Platt/Getty Images)
(Spencer Platt/Getty Images)

Lunedì la procura federale statunitense ha accusato l’ex miliardario e imprenditore statunitense di criptovalute Sam Bankman-Fried per un settimo capo d’accusa. Bankman-Fried era stato arrestato a dicembre dell’anno scorso dopo il fallimento di FTX, una delle piattaforme di scambio di criptovalute più grandi del mondo, che aveva fondato nel 2019. Era stato accusato di avere usato i soldi depositati dai clienti di FTX per finanziare una sua attività separata (Alameda Research, che si occupa di trading finanziario), per fare generose donazioni politiche e per grossi acquisti immobiliari privati, rubando in questo modo circa otto miliardi di dollari di investimenti e risparmi di migliaia di persone. Secondo l’ultimo capo d’accusa, più di 100 milioni di questi fondi rubati sarebbero stati usati per ingenti donazioni in vista delle elezioni di metà mandato che si sono tenute negli Stati Uniti del 2022, violando le norme che limitano la quantità di denaro che si può donare in questi casi.

Secondo l’accusa, Bankman-Fried avrebbe trovato il modo di aggirare le regolamentazioni in vigore per «massimizzare l’influenza politica di FTX», mettendo in piedi un sistema che imponeva a vari dirigenti di FTX di fare corpose donazioni a proprio nome usando i soldi depositati dai clienti di FTX. I documenti dell’accusa dicono che «Bankman-Fried ha sfruttato questa influenza, a sua volta, per fare pressioni sul Congresso e sulle agenzie di regolamentazione per sostenere leggi e regolamenti che a suo avviso avrebbero reso più facile per FTX continuare ad accettare i depositi dei clienti e crescere». E che «Bankman-Fried ha anche utilizzato queste connessioni con politici e funzionari governativi per far passare FTX come una piattaforma di scambio affidabile».