L’Iran ha trasferito dal carcere agli arresti domiciliari cinque persone con doppia cittadinanza iraniana e statunitense

(Thomas Kronsteiner/Getty Images)
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Giovedì l’Iran ha trasferito agli arresti domiciliari cinque persone con doppia cittadinanza iraniana e statunitense che erano incarcerate da diversi anni nella prigione di Evin a Teheran, nota per essere la struttura in cui sono imprigionati oppositori politici, giornalisti e cittadini stranieri. I detenuti sono Siamak Namazi, Emad Sharqi e Morad Tahbaz, mentre di altri due non è stato comunicato il nome: erano stati arrestati per accuse di spionaggio ritenute false dagli Stati Uniti.

Sono stati trasferiti ai domiciliari dopo lunghe trattative tra il governo statunitense e quello iraniano. Secondo quanto riferito ai giornali statunitensi in forma anonima da fonti a conoscenza dei fatti, l’accordo prevederebbe che nelle prossime settimane i cinque vengano liberati definitivamente e espatriati negli Stati Uniti. In cambio l’Iran otterrebbe la liberazione di cittadini iraniani arrestati all’estero e l’autorizzazione ad accedere a beni e asset del valore di circa 6 miliardi di dollari (5,4 miliardi di euro) attualmente bloccati in Corea del Sud per via delle sanzioni statunitensi contro l’Iran.