Alla prima votazione il parlamento thailandese ha bocciato la candidatura di Pita Limjaroenrat come primo ministro

 (AP Photo/Sakchai Lalit)
(AP Photo/Sakchai Lalit)

Giovedì il parlamento thailandese ha votato contro la candidatura a primo ministro del paese di Pita Limjaroenrat, del partito riformista Kao Klai (Andiamo Avanti). Pita ha ottenuto 323 voti durante la riunione plenaria del parlamento, a fronte dei 375 che sarebbero stati necessari. La bocciatura non è definitiva, dato che altre due votazioni sono in programma la prossima settimana, il 19 luglio, e che nel sistema thailandese si può andare avanti a oltranza finché non si trova un candidato.

Pita (è chiamato così sia dai thailandesi sia dai media) era l’unico candidato a primo ministro del partito che aveva vinto le elezioni a maggio, con il 38 per cento dei voti, posizionandosi molto avanti rispetto al secondo partito più votato, il Pheu Thai, di centrodestra, che aveva invece ottenuto il 28 per cento. Dopo il voto Kao Klai e Pheu Thai avevano formato una coalizione con altri sei partiti, che oggi controlla 312 seggi dei 500 seggi totali della Camera.

Era però piuttosto alto il rischio che Pita non riuscisse a essere eletto alla prima votazione: la sua coalizione ha sì ottenuto la maggioranza alla Camera ma non al Senato, i cui membri sono scelti dalla giunta militare attualmente al potere in Thailandia. Giovedì, alla fine, Pita ha ottenuto solo 13 voti dai senatori (34 hanno votato contro e 159 si sono astenuti). Da qui al 19 luglio Pita dovrà cercare di convincere i senatori che si sono astenuti. Un’alternativa è che il Pheu Thai possa decidere di sfilarsi dalla coalizione e proporre un proprio candidato come primo ministro, consapevole del fatto che i deputati e senatori vicini alla giunta sarebbero più inclini a votare per un partito più vicino all’establishment.