La Corte costituzionale del Guatemala ha ordinato un controllo dei voti delle elezioni presidenziali, con una decisione molto contestata dall’opposizione

Persone che protestano davanti alla sede della Corte costituzionale del Guatemala (AP Photo/Moises Castillo)
Persone che protestano davanti alla sede della Corte costituzionale del Guatemala (AP Photo/Moises Castillo)

Sabato la Corte costituzionale del Guatemala, dove domenica scorsa si è votato per scegliere il nuovo presidente, rinnovare il parlamento e le 340 amministrazioni locali, ha ordinato un controllo dei voti: la Corte costituzionale ha accolto una richiesta di molti partiti, tra qui quello di Sandra Torres, la candidata del partito Unità Nazionale per la Speranza (UNE), la più votata alle elezioni. Torres aveva preso circa 200mila voti in più di Bernardo Arévalo, arrivato un po’ a sorpresa secondo con il Movimento Semilla, e avrebbe dovuto affrontare il ballottaggio contro di lui il prossimo agosto (nessuno dei candidati aveva ottenuto la maggioranza assoluta dei voti). Secondo il partito di Torres e praticamente tutti gli altri, tranne quello di Arévalo, ci sono state alcune incongruenze nel conteggio dei voti che potrebbero renderlo invalido.

La Corte costituzionale del Guatemala, uno dei paesi più poveri dell’America centrale, ha detto che le autorità elettorali controlleranno i voti consegnati domenica scorsa per assicurarsi che non ci siano irregolarità, e sulla base di quanto concluso si deciderà se avviare un riconteggio ufficiale: sarebbe un evento piuttosto raro. La decisione della Corte è stata molto contestata da Arévalo, secondo cui è priva di fondamento e frutto del tentativo dei suoi oppositori di manipolare il voto delle elezioni.

A scrutinio quasi completato, Torres aveva ottenuto poco più del 15 per cento dei voti; Arévalo circa il 12. Il Guatemala è un paese in cui negli ultimi anni i governi che si sono succeduti hanno indebolito sempre di più la democrazia e lo stato di diritto. Alle presidenziali di domenica scorsa c’erano state anche moltissime schede bianche o nulle in segno di protesta contro l’esclusione di uno dei candidati più in vista, l’imprenditore Carlos Pineda, che si era candidato come indipendente: il Tribunale supremo elettorale del Guatemala lo aveva escluso per alcune irregolarità nella presentazione della sua candidatura e Pineda aveva invitato i propri sostenitori a votare scheda bianca.