È morto in carcere Rosario Curcio, uno dei responsabili dell’omicidio della testimone di giustizia Lea Garofalo

Una manifestazione dell'associazione Libera per Lea Garofalo (ANSA/DANIELE)MASCOLO
Una manifestazione dell'associazione Libera per Lea Garofalo (ANSA/DANIELE)MASCOLO

È morto in carcere Rosario Curcio, uno degli uomini che uccisero Lea Garofalo, ex moglie del boss della ’ndrangheta Carlo Cosco, assassinata il 24 novembre del 2009 dopo essere diventata testimone di giustizia, in un agguato organizzato proprio da Cosco.

Curcio era stato condannato all’ergastolo per aver partecipato all’omicidio di Garofalo e per averne distrutto il cadavere. Aveva 46 anni ed era detenuto nel carcere di Opera, a Milano: ha tentato il suicidio nella propria cella mercoledì sera ed è morto poche ore dopo al Policlinico di Milano. Sulle circostanze esatte della sua morte sono comunque in corso indagini.

Lea Garofalo è riconosciuta e ricordata come un simbolo della lotta contro la criminalità organizzata. I suoi resti furono trovati solo nel 2012 a Monza, nella frazione di San Fruttuoso. Curcio era stato condannato in primo grado proprio nel 2012, al termine di un lungo processo e con una sentenza poi confermata in appello nel 2013 e in Cassazione nel 2014. Insieme a lui furono condannati lo stesso Cosco, riconosciuto come mandante dell’omicidio, e altri 4 esponenti del suo clan.

– Leggi anche: Le donne che si sono ribellate alla ’ndrangheta

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Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 02 2327 2327 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24.
Puoi anche chiamare l’associazione Samaritans al numero 06 77208977, tutti i giorni dalle 13 alle 22.