Com’è il primo gioco italiano dedicato alla comunità LGBTQ+

Creato all'interno del Cassero, storico circolo di Bologna, Lobbies è «divertentissimo seppur perfezionabile»

di Viola Stefanello

(il Post)
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Kamchatka è una rubrica mensile di Consumismi in cui proviamo giochi da tavolo per conto vostro e vi diciamo se ci siamo divertiti, cosa ne pensiamo e a chi potrebbero piacere. Non parleremo di grandi classici come Risiko!, ma l’abbiamo chiamata “Kamchatka” perché speriamo di conquistare voi come tutti i giocatori hanno fatto almeno una volta con il più famoso dei suoi territori.

La prima realtà associativa gay e lesbica riconosciuta da un’amministrazione comunale italiana si chiamava, all’inizio, “Collettivo frocialista”. Era nata all’interno dei movimenti studenteschi di Bologna nel 1977, nel 1979 cambiò nome per la prima volta in “Circolo di cultura omosessuale 28 giugno”. Nel giugno del 1982 le venne concesso dal comune uno spazio nel cassero di Porta Saragozza, una parte della terza cinta muraria della città. Dal 2002 ha base nella Salara, un edificio settecentesco un tempo usato come deposito per il sale che si trova nel distretto culturale noto come Manifattura delle Arti, ma il nome dell’associazione oggi richiama ancora quello della prima sede: Cassero LGBTI+ center.

Il Cassero fa tante cose: cura un archivio della storia culturale e politica del movimento LGBTQ+ italiano; organizza percorsi formativi che puntano alla destrutturazione di stereotipi, al superamento di pregiudizi, alla prevenzione e al contrasto al bullismo e alle discriminazioni socio-culturali; gestisce un servizio telefonico di ascolto e supporto alle persone LGBTQ+; tiene feste, concerti, incontri.

All’interno del Cassero nel 2014 è nata la Gilda, un gruppo che promuove il gioco come strumento di impatto sociale e politico. Due volte al mese organizza un appuntamento fisso dedicato a giochi da tavolo, giochi di ruolo e videogiochi, aperto a «chiunque si riconosca nei nostri simboli e nei nostri valori» e che ha accolto nell’arco di quasi dieci anni migliaia di giocatori, giocatrici e giocatorə. Oltre a questo Gilda ha partecipato a varie fiere italiane dedicate ai giochi e scritto un “Manifesto Rosa del Gioco”.

Nel 2019 ha creato un gioco di carte che è anche il primo gioco italiano (anche se non più l’unico) dedicato a tematiche LGBTQ+: si chiama Lobbies, è stato autoprodotto dalla Gilda, viene distribuito da MS Edizioni, e per noi che l’abbiamo provato è divertentissimo, seppur perfezionabile.

Il titolo è un riferimento ironico a una teoria del complotto talvolta evocata negli ultimi anni da parte di politici e attivisti contrari alla maggiore inclusione sociale delle persone gay, lesbiche, bisessuali, trans e queer, secondo cui esisterebbero gruppi di pressione che hanno come fine quello di «distruggere la famiglia, cancellare le differenze fra uomini e donne, creare una sessualità fluida, educare e plagiare i bambini in un mondo stravolto nelle sue leggi naturali e morali e piegato ai capricci di una minoranza», come riassumeva Fabio Brinchi Giusti nel 2015 su Linkiesta. 

Il gioco contiene duecento carte, e ognuna contiene un riferimento più o meno esplicito ad aspetti della cultura pop (LGBTQ+ ma non solo) italiana. Non è certo che tutti i potenziali giocatori capiranno proprio tutte le citazioni e le battute contenute nel mazzo, ma lo stesso si potrebbe dire per altri giochi di carte come Munchkin o Cards Against Humanity, che fanno spesso ricorso a riferimenti un po’ di nicchia. Sicuramente c’è bisogno di una certa ironia – e a tratti autoironia – per apprezzare appieno lo spirito del gioco, e più si è al corrente delle varie dinamiche interne alla comunità LGBTQ+ (o anche solo alla sinistra italiana contemporanea) più lo si troverà divertente. Inoltre, il gioco non è consigliato ai minori di 14 anni.

Se titoli come Squillo (il gioco di carte di Immanuel Casto ambientato nel mondo della prostituzione) sono spesso criticati per la scarsa qualità dei materiali e la banalità delle meccaniche, Lobbies è un gioco piuttosto ben congegnato, che riesce a raccontare in modo originale la storia di una comunità divisa in quattro gruppi sociali – le lobby, appunto – che hanno un’idea molto diversa tra loro di come divertirsi, ma che hanno l’obiettivo comune di diventare gli organizzatori degli eventi più influenti della città.

Alcune carte del mazzo Queer (il Post)

Si può giocare in due, tre o quattro persone: ognuno interpreta una delle lobby, ovvero Attivisti, Edonisti, Queer e Upper Class. Tutte le lobby ottengono punti e svolgono azioni nello stesso modo (non può considerarsi quindi un gioco asimmetrico), ma ciascuna lobby ha comunque delle proprie specificità che rendono necessarie strategie diverse per vincere. Inoltre, le carte di ogni lobby sono state illustrate da un artista italiano diverso: il mazzo degli Attivisti è azzurro ed è stato disegnato da Giopota, quello degli Edonisti è verde e disegnato da Mushi Dirty Kawaii, quello dei Queer è rosa e disegnato da Jacopo Camagni, quello degli Upper Class è giallo e disegnato da Flavia Biondi.

Una partita di Lobbies è divisa in settimane: i giorni lavorativi sono turni in cui ogni giocatore schiera le proprie carte, acquisisce risorse e comincia a costruire le condizioni per cominciare a guadagnare punti organizzando eventi. I weekend sono i momenti in cui si tengono gli eventi e i vari giocatori possono complottare tra loro per decidere se falliranno o avranno successo, tra incontri con gli autori, feste private in piscina, sex party e tributi a David Bowie. Esiste quindi un certo grado di interazione tra i giocatori, che vengono chiamati a intessere alleanze, bluffare e sabotare gli altri.

Il triste momento in cui il tuo sex party viene giudicato privo di contenuti (il Post)

La principale criticità del gioco è il fatto che Lobbies è una produzione piuttosto piccola, ideata completamente dalla Gilda e finanziata con una campagna di raccolta fondi estremamente riuscita su Kickstarter – con il sostegno tra l’altro di personalità come la cantante Myss Keta, che infatti compare tra le carte Personaggio del gioco. Di conseguenza ha qualche sbavatura, soprattutto nella stesura del manuale di gioco, che è scritto e impaginato in un modo piuttosto caotico, rendendo il processo di apprendimento del gioco e di ricerca di risposte ai propri dubbi più lungo del necessario. Una volta superato lo scoglio delle istruzioni, il gioco non è estremamente complesso, e dura effettivamente i 45-90 minuti segnati sulla scatola. Ma non è necessariamente ideale per giocatori occasionali: richiede comunque di ricordare varie meccaniche e concetti che potrebbero risultare tediosi per qualcuno che si aspetta un gioco veloce per ridere con gli amici.

Detto ciò, Lobbies è molto rigiocabile: la scatola comprende vari scenari diversi che permettono di fare partite più o meno complesse, cooperative o due contro due. Inoltre, il fatto che ogni lobby giochi in modo un po’ diverso dalle altre permette a ciascun giocatore di decidere se vuole approfondire partita dopo partita la strategia di una singola lobby o variare, dando all’esperienza di gioco un certo grado di profondità.

Lobbies si può comprare online a 30 euro su Amazon, sul sito di Feltrinelli e su IBS.

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Disclaimer: con alcuni dei siti linkati nella sezione Consumismi il Post ha un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi. Ma potete anche cercare le stesse cose su Google. Se invece volete saperne di più di questi link, qui c’è una spiegazione lunga.