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  • Mercoledì 21 giugno 2023

Alle Eolie non arrivano rifornimenti perché le navi che li portano sono state sequestrate

Sono state fermate dalla magistratura, ma il blocco ha interrotto anche il flusso di cibo, medicinali e carburante per le isole siciliane

stromboli
L'isola di Stromboli, nell'arcipelago delle Eolie (Fabrizio Villa/Getty Images)
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Il tribunale di Messina ha sequestrato 9 navi della compagnia di navigazione “Caronte & Tourist Isole Minori” che gestisce i collegamenti con molte isole della Sicilia: l’arcipelago delle Eolie (Lipari, Alicudi, Filicudi, Panarea, Salina, Stromboli, Vulcano) oltre a Ustica, Pantelleria, Lampedusa e Favignana, Marettimo e Levanzo.

Le navi sono state sequestrate perché la compagnia di navigazione non avrebbe rispettato i requisiti richiesti dalla Regione Siciliana inseriti nel bando vinto dalla società nel 2016. In particolare, molte delle navi non sarebbero attrezzate per accogliere persone con disabilità, anziani con difficoltà motorie, donne in gravidanza e genitori con bambini. Il sequestro è un grosso problema soprattutto per le isole Eolie, che da martedì sono parzialmente irraggiungibili: sono stati cancellati quasi tutti i collegamenti assicurati di solito dalla Siremar, azienda controllata dalla “Caronte & Tourist Isole Minori”, e sono stati interrotti i rifornimenti di cibo per i ristoranti e i negozi di alimentari, di medicinali, materiali edili e carburante.

Martedì mattina all’alba molti dei fornitori che attendevano di potersi imbarcare sulle navi sono stati costretti a rimanere sulle banchine del porto di Milazzo, da dove parte la maggior parte dei collegamenti per le Eolie. Il blocco quasi totale è ancora in corso:  oggi la compagnia di navigazione ha assicurato soltanto una corsa alle 7 per Vulcano, Lipari e Salina e un’altra alle 13:30. Per le isole di Panarea, Stromboli, Filicudi e Alicudi è stato tenuto soltanto il collegamento con Napoli, con notevoli disagi per gli abitanti delle isole, per gli ospiti delle strutture alberghiere e per le attività commerciali che non possono rifornirsi attraverso i canali abituali in Sicilia. «Non possiamo far arrivare merci, carburante, medicine e tutto quello che ci serve per sopravvivere», spiega il sindaco di Lipari, Riccardo Gullo, che ha la responsabilità amministrativa di tutte le isole Eolie ad eccezione di Salina. «Se non si troverà una soluzione le conseguenze e i danni saranno enormi».

Il sequestro delle navi da parte della Guardia di Finanza di Palermo è avvenuto in due fasi su richiesta della procura di Messina, e autorizzato dalla giudice per le indagini preliminari Maria Militello. Le prime tre navi – Ulisse, Helga e Bridge – erano state sequestrate il 6 giugno per via di carenze strutturali e di sicurezza, quindi considerate non sicure per il trasporto di persone con disabilità e con esigenze specifiche. Oltre al sequestro delle navi, la procura aveva ottenuto il sequestro di 29 milioni di euro incassati negli ultimi anni dalla compagnia di navigazione come previsto dal bando regionale per la gestione delle rotte.

I collegamenti verso isole così piccole non sono possibili a prezzi di mercato. I costi per le navi, gli equipaggi e il carburante sono altissimi e l’unico modo per coprirli che non sia imporre tariffe altrettanto alte è un contributo economico regionale o comunque pubblico. Nei bandi le regioni fissano i requisiti minimi richiesti per offrire un servizio adeguato: quante corse al giorno, il prezzo massimo dei biglietti, agevolazioni per gli abitanti delle isole, e tutta una serie di servizi tra cui ovviamente il rispetto delle norme per il trasporto delle persone con disabilità.

Nel 2016 “Caronte & Tourist Isole Minori” vinse il bando di gara della regione assicurando di rispettare tutti i criteri. Secondo l’accusa, negli ultimi anni la compagnia di navigazione avrebbe incassato i contributi regionali per 29 milioni di euro senza averne diritto perché le sue navi non erano adeguate al trasporto di persone con disabilità, come richiesto dal bando regionale. Negli ultimi giorni la Guardia di Finanza ha cercato beni da sequestrare pari a 29 milioni di euro. Oltre alle prime tre navi e ai conti correnti degli amministratori dell’azienda bloccati con il primo sequestro, mercoledì sono state bloccate altre sei navi: Vesta, Isola di Vulcano, Sansovino, Isola di Stromboli, Antonello da Messina e Pietro Novelli.

La compagnia di navigazione ha diffuso una nota per spiegare che il sequestro delle navi è «unicamente collegato al valore delle stesse e finalizzato al raggiungimento della cifra prevista nel decreto cautelare dalla magistratura». Già nel 2020 la procura aveva ottenuto il sequestro di tre navi per lo stesso motivo. Gli avvocati della compagnia hanno presentato una richiesta urgente alla giudice per le indagini preliminari per chiedere il dissequestro delle navi e in questo modo consentire la ripresa dei collegamenti con le isole.

I sindaci delle isole siciliane hanno scritto una lettera a tutte le istituzioni, dalla presidenza della Repubblica in giù, per denunciare «la difficile e incresciosa situazione che si è venuta a determinare nelle isole siciliane, tutte dipendenti dal trasporto, tramite navi, per il rifornimento dei generi di prima necessità, per la sopravvivenza delle popolazioni isolane e per il sostegno al fragile tessuto economico e sociale».

Mercoledì mattina Riccardo Gullo, sindaco di Lipari, ha sentito i dirigenti della compagnia di navigazione per trovare soluzioni alternative e ripristinare i collegamenti. Ma non è semplice, perché senza le navi sequestrate non è possibile garantire tutte le corse previste. «È la classica vicenda all’italiana: ci trasciniamo il problema da anni e infine arriva la magistratura a bloccare tutto», dice. «Siamo all’inizio dell’estate e per noi il turismo è essenziale. Non possiamo rimanere bloccati ancora a lungo. Ci hanno ridotto in una situazione di emergenza e dovremo agire con lo spirito di emergenza».

La richiesta dei sindaci è stata sostenuta anche dalle associazioni che rappresentano i commercianti delle isole e dai comitati che da anni chiedono di migliorare i collegamenti. «È un’emergenza inattesa e improvvisa», ha detto Danilo Conti, presidente del comitato Eolie 2030 ed esponente dell’associazione Amici dell’ospedale di Lipari. «Abbiamo problemi nel trasporto dell’ossigeno e si è bloccato anche il trasferimento di alcuni pazienti in altri ospedali della provincia».