Piercamillo Davigo è stato condannato in primo grado a 15 mesi di carcere per rivelazione di segreto d’ufficio

Piercamillo Davigo in una foto del 2020 (ANSA/Mourad Balti Touati)
Piercamillo Davigo in una foto del 2020 (ANSA/Mourad Balti Touati)

Piercamillo Davigo, storico membro del pool Mani Pulite e membro del Consiglio Superiore della Magistratura fino all’ottobre del 2020, è stato condannato in primo grado dal tribunale di Brescia a un anno e tre mesi di carcere per «rivelazione di segreto d’ufficio». Davigo è stato riconosciuto colpevole di aver fatto circolare nella primavera del 2020 all’interno del Consiglio Superiore della Magistratura alcuni verbali segreti relativi a quello che oggi è conosciuto come “caso Amara”, dal nome dell’avvocato Piero Amara, per anni consulente legale di Eni.

In questi verbali Amara faceva riferimento a una presunta organizzazione segreta chiamata “Ungheria” in grado di condizionare la vita politica e giudiziaria del paese. I verbali contenevano accuse non confermate contro importanti esponenti del mondo politico e giudiziario: Davigo li aveva ottenuti, secondo le ricostruzioni processuali, dal pubblico ministero milanese Paolo Storari, insoddisfatto di come i procuratori Francesco Greco e Laura Pedio stessero trattando il caso. Davigo li avrebbe condivisi con undici persone e in seguito sarebbero stati consegnati ad alcuni giornalisti: è stato condannato anche a un risarcimento di 20 mila euro nei confronti dell’ex consigliere del Csm Sebastiano Ardita, che si era costituito parte civile nel processo lamentando di essere stato screditato dalla diffusione di quei verbali. Davigo e i suoi legali hanno annunciato ricorso in appello.

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