Donald Trump si è offerto di comprare «cibo per tutti!», ma poi non ha pagato per nessuno

Era un modo per ingraziarsi un gruppo di sostenitori in un noto ristorante cubano di Miami, ma non ha mantenuto la promessa

Donald Trump nel ristorante “Versailles” di Miami insieme all'ex lottatore di MMA Jorge Masvidal (AP Photo/Alex Brandon)
Donald Trump nel ristorante “Versailles” di Miami insieme all'ex lottatore di MMA Jorge Masvidal (AP Photo/Alex Brandon)

Martedì, subito dopo essere stato messo temporaneamente in stato di fermo e formalmente incriminato nel tribunale di Miami, in Florida, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha approfittato della sua presenza in città per fare visita al noto ristorante cubano “Versailles”: una tappa ormai abituale per i politici che passano da quelle parti e che vogliono in qualche modo ingraziarsi la comunità di elettori cubani di Miami.

Dentro e fuori dal locale si è radunato un gruppo di suoi sostenitori, che lo hanno acclamato e applaudito, arrivando poi a cantargli gli auguri di buon compleanno in anticipo, visto che il giorno dopo (il 14 giugno) avrebbe compiuto 77 anni. Tra gli altri era presente anche il popolare ex lottatore di MMA Jorge Masvidal, statunitense di origini cubane, che lo ha definito «il presidente più amato di tutti i tempi». Sulla scia dell’entusiasmo dimostratogli, un Trump decisamente entusiasta ha quindi chiamato a raccolta le persone chiedendo loro «siete pronti?», e promettendo subito dopo «cibo per tutti, cibo per tutti!», facendo platealmente con una mano il gesto di chi si offre di pagare. All’annuncio ha ricevuto di nuovo applausi e cori di sostegno.

Dopo la visita di Trump però il settimanale locale Miami New Times è andato a verificare che l’ex presidente avesse effettivamente offerto a tutti da mangiare come aveva promesso, scoprendo da una sua fonte attendibile che in realtà se ne era andato dal locale dopo non più di dieci minuti, senza che nemmeno ci fosse il tempo per qualcuno di ordinare qualcosa, né tantomeno per lui di pagarlo.

L’incriminazione per cui Trump si trovava a Miami riguarda l’indagine federale sui documenti riservati che erano stati trovati nella sua villa di Mar-a-Lago, in Florida. È stato incriminato per 37 capi d’accusa che riguardano la violazione di sette leggi federali e si è dichiarato non colpevole. Trump è candidato alle primarie del Partito Repubblicano per la elezioni presidenziali del 2024: al momento tra i Repubblicani è considerato il favorito.