L’Alabama dovrà cambiare una mappa elettorale che discriminava le persone nere, ha deciso la Corte Suprema americana

La Corte Suprema degli Stati Uniti (Alex Wong/Getty Images)
La Corte Suprema degli Stati Uniti (Alex Wong/Getty Images)

Giovedì la Corte Suprema degli Stati Uniti ha ordinato al governo dello stato dell’Alabama di ridisegnare la propria mappa elettorale, perché quella attualmente utilizzata discriminerebbe la popolazione nera. L’Alabama è governato dai Repubblicani e la mappa era stata modificata nel 2021 e utilizzata per la prima volta per le elezioni di metà mandato del 2022: divide lo stato in sette distretti che eleggono ciascuno un rappresentante alla Camera. Sono però stati disegnati in modo che uno solo fosse abitato in maggioranza da persone nere, che nello stato sono il 27 per cento della popolazione: quel distretto è stato peraltro l’unico a eleggere un rappresentante nero e l’unico a eleggere un Democratico, alle elezioni di metà mandato. La pratica di ridisegnare i confini dei distretti elettorali per favorire un preciso elettorato è molto diffusa negli Stati Uniti, e si chiama gerrymandering.

Secondo la Corte Suprema, la mappa così disegnata violerebbe la Sezione 2 del “Voting Rights Act”, una legge approvata nel 1965 per limitare le discriminazioni elettorali nei confronti delle persone nere e di tutte le cosiddette minoranze del paese: secondo la legge, una violazione della Sezione 2 avviene quando i membri di una minoranza «hanno meno opportunità rispetto agli altri membri dell’elettorato di partecipare al processo politico e di eleggere rappresentanti». La decisione è stata ritenuta piuttosto sorprendente perché la Corte è composta in maggioranza da giudici di orientamento conservatore (6 su 9): alla fine due di loro, John Roberts e Brett Kavanaugh, hanno votato insieme ai tre giudici più progressisti e di sinistra.